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Lavoro & Economia

L’apprendistato in Italia non decolla

In quarant’anni solo 20 mila apprendisti in più e l’età media continua a salire. È quanto emerge dai dati regionali raccolti e analizzati da ADAPT e IFOA – Istituto formazione operatori aziendali 

L’apprendistato in Italia non decolla come avrebbe dovuto e restano ancora criticità da superare. È quanto emerge dai dati regionali raccolti e analizzati da ADAPT e IFOA – Istituto formazione operatori aziendali. Sono proprio i dati a «mostrare marcate differenze territoriali nell’utilizzo dell’istituto, con una netta prevalenza nel Nord Italia, un aumento significativo del divario di genere a favore della componente maschile e sempre più contratti nel settore terziario».

Analisi del settore

«Gli apprendisti censiti dall’INAPP nel 2022 erano circa 569.000, un numero simile ai 547.000 del 1985. Negli ultimi anni – si legge nella Ricerca – non si sono potuti osservare significativi mutamenti nel numero di apprendisti, che rappresentavano il 6,5% della popolazione residente nel 2022, a conferma della tendenza di lungo corso della progressiva marginalizzazione dell’istituto: gli apprendisti erano l’11,7% della popolazione nel 1975, l’8,4% nel 1994. Meno apprendisti, quindi, sul totale della popolazione: sono altri i percorsi e i contratti che, sempre di più, vengono scelti per favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. L’apprendistato resta un contratto diffuso in maniera eterogenea a livello nazionale: nel 2022 la metà degli apprendisti (56,6%) si concentrava nel Nord Italia, nonostante una leggera crescita del Centro e del Sud negli ultimi vent’anni. Tra il 2003 e il 2022 aumenta invece significativamente il divario di genere, di ben 6,3 punti percentuali: quasi due apprendisti su tre sono maschi. Gli apprendisti italiani sono sempre meno “giovani”: dal 2018 per la prima volta gli apprendisti con più di 25 anni superano quelli con meno di 25 anni. Effetto del calo demografico, ma anche di un ricorso all’istituto non limitato ai soli neodiplomati – neolaureati, ma destinato anche a giovani con alle spalle già altre esperienze lavorative».

Francesco Fravolini

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