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L’amore, questo sconosciuto

La letteratura, quella che ci racconta storie d’amore intrise di colpi di scena e tormenti reiterati, è innanzitutto ricerca di sentimenti inesplorati.
Lo sanno bene gli psicologi che su questa “patologia”, essenziale nella vita in divenire  dell’uomo e della donna, hanno basato le loro fortune, monetarie e scientifiche, perché quando si vivono determinate emozioni è come cercare in un pianeta inesplorato.
Lo sa bene, evidentemente, anche la scrittrice Raffaella Mammone, autrice del libro L’amore è uno soltanto (edizioni Terra del Sole), che ha affidato ad una storia molto probabile un’analisi lucida sulle relazioni che si intraprendono, che a volte si scoprono illusorie e alla fine conducono a domandarsi se ne valesse la pena.
Questo non è un tema dei nostri giorni, ma risale a quando la fantasia umana varcò i confini delle illusioni proibite, istigata da emozioni appena sfiorate dall’immaginazione.
Aleister Crowley, scrittore esoterico visionario, asseriva che attraverso l’amore, raggiunto l’apice, si può comprendere, se non addirittura vedere Dio.
Più semplicemente, ma altrettanto impegnativo, è il ruolo dei personaggi che ruotano e si alternano a quello principale di Clara che Raffaella Mammone ha creato nel suo libro per consegnarci le varie identità di Nicola, Noah, Pietro, Margot, Alberto e Marius vuoti in se stessi, ma implacabili nell’accendere turbinii di emozioni tali da sballottarla e farle chiedere “come fosse possibile sentirsi coinvolta da un uomo e desiderarne un altro”.

La storia si volge in un Dipartimento di polizia penitenziaria, ma potrebbe essere  ambientata ovunque. In un’altalena di desideri e  ripudi, che sono poi il filo conduttore della trama del romanzo, l’amore si rivela mera illusione se non addirittura un labirinto mortale.
Il tema affrontato, pagina dopo pagina, è la relazione uomo-donna, la ricerca di sentimenti inappagati, e per il personaggio principale il desiderio di vivere l’inimmaginabile, specialmente quando lei pensa di “essere precipitata nel baratro dell’illusione d’amore più assurdo che avesse mai pensato di vivere”. Insomma, tra vecchie e nuove avventure, la  ricerca spasmodica di qualcosa che forse non esiste, probabilmente perché, come la stessa autrice scrive “Solo un amore impossibile può essere eterno. Ed è nell’eternità che lo rimpiangerà!” (Lauren Kate, dal romanzo Fallen).
A sostegno di questa vicenda che scorre come un fiume in piena, distribuita in trentaquattro capitoli e che sembra sì avvolgente, ma facilmente intuibile, si inserisce un sequestro con omicidio per spiegare, forse in parte, la patologia di cui sopra, che deve affrontare lo psicologo.

Bruno Cimino

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