Nauru, un minuscolo stato insulare situato nel Pacifico, si trova ad affrontare una delle più gravi crisi ambientali al mondo. Con una superficie di soli 21 chilometri quadrati e una popolazione di circa 10.000 abitanti, questa nazione è una delle più piccole e isolate del pianeta. Storicamente, la sua economia si è basata quasi interamente sull’estrazione del fosfato, un’attività che ha portato alla quasi totale distruzione del suo ecosistema. Oggi, con il 90% del territorio devastato dall’attività mineraria, il paese si trova in una situazione di emergenza ambientale senza precedenti.
Il rischio di Nauru di scomparire per sempre
Il cambiamento climatico rappresenta un’ulteriore minaccia esistenziale per Nauru. L’innalzamento del livello del mare, che secondo le stime potrebbe aumentare di circa un metro entro la fine del secolo, mette a rischio la fascia costiera dove si concentrano abitazioni e infrastrutture essenziali. Con un’altitudine media di soli 30 metri sopra il livello del mare, il paese rischia di perdere gran parte del suo territorio abitabile, rendendo necessarie soluzioni urgenti per la sopravvivenza della popolazione. Le risorse idriche di Nauru sono estremamente limitate, e la crisi climatica sta aggravando la situazione. La disponibilità di acqua dolce dipende quasi esclusivamente dalla raccolta dell’acqua piovana e dagli impianti di desalinizzazione, spesso insufficienti a coprire il fabbisogno della popolazione. La crescente siccità, legata ai cambiamenti climatici, sta rendendo ancora più difficile l’accesso a risorse idriche sicure, mettendo in pericolo la salute pubblica e le attività economiche.
I problemi economici e alimentari della popolazione locale
Dal punto di vista economico, Nauru sta cercando di diversificare le sue entrate dopo il crollo dell’industria del fosfato. Negli anni passati, il paese ha tentato di sfruttare il suo status di paradiso fiscale e ha ospitato un centro di detenzione per migranti finanziato dall’Australia. Tuttavia, queste soluzioni non offrono una base economica sostenibile per il futuro. La disoccupazione è elevata e l’economia dipende in larga parte dagli aiuti esteri, lasciando il paese in una posizione di estrema vulnerabilità.
L’insicurezza alimentare è un altro problema critico per la popolazione. Con terreni devastati dall’attività mineraria, Nauru non è in grado di produrre cibo a sufficienza e deve importare la maggior parte dei suoi prodotti alimentari. Questo ha portato a una dieta basata su alimenti trasformati e importati, contribuendo a un elevato tasso di obesità e malattie legate alla nutrizione, come il diabete di tipo 2. La dipendenza dalle importazioni non solo incide sui costi della vita, ma aumenta anche la vulnerabilità del paese alle interruzioni della catena di approvvigionamento globale.
Soluzioni innovative
Per affrontare queste sfide, Nauru sta cercando di sviluppare strategie di adattamento climatico e progetti di ripristino ambientale. Alcune iniziative includono il rimboschimento di aree degradate, la promozione di energie rinnovabili e il miglioramento delle infrastrutture per la raccolta dell’acqua. La soluzione più innovativa e recente è senza dubbio la decisione dell’isola di vendere passaporti per contribuire a coprire i costi dello spostamento di migliaia di residenti dalle abitazioni sulla costa, minacciate quindi dall’innalzamento dei mari e dalle inondazioni. Il passaporto costerà circa 130.000 dollari per un singolo richiedente, 137.500 per una coppia oppure 145.000 per una famiglia.
Tuttavia, senza un supporto internazionale significativo e politiche globali efficaci per contrastare il cambiamento climatico, il futuro di Nauru rimane incerto.
Riccardo Pallotta©