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Ambiente & Società

La grande muraglia italiana

by Bruno Cimino

Come in Cina, anche in Italia, esiste una “Grande Muraglia”, ovviamente con le dovute differenze. Possiamo dire che entrambe hanno in comune l’essere state costruite per delimitare confini territoriali e per difesa da eventuali invasori, specialmente in Cina. Dunque, qualunque paragone tra le due realtà sarebbe inadeguato.

Quella cinese, dal 2007, è inserita tra le sette meraviglie del mondo moderno, è accessibile dalla provincia di Qinghai o da Pechino e si estende da Dandong, nell’estremo nordest, fino al Lago di Lop nel nordovest attraversando diverse province, tra cui Hebei, Shanxi e Gansu: una “camminata” di 21.196 km calcolata grazie alle moderne strumentazioni tecnologiche (raggi infrarossi, GPS).

È stata costruita da diverse dinastie, ricordiamo quelle dei Qin, Han e Ming, nell’arco di oltre 2.000 anni, dall’ VIII secolo a.C. al XVII secolo.

Quella italiana, che ad oggi è la più grande fortificazione alpina d’Europa, è conosciuta con il nome di “Il forte di Fenestrelle” e si trova a Fenestrelle, in Val Chisone, nella provincia di Torino. È una imponente muraglia costruita per volontà del re Vittorio Amedeo. I lavori ebbero inizio nel 1727 e terminarono nel 1850. L’opera è costituita da quattro complessi fortificati, il San Carlo, il Tre Denti, Sant’Elmo e Valli, uniti da un tunnel, con ben 4.000 gradini e si estende su una superficie di 1.350.000 mq per una lunghezza di 5 chilometri all’interno del suggestivo Parco Naturale Regionale Orsiera-Rocciavré.

Quindi il consiglio è che se vuoi visitare “La grande Muraglia Italiana”, hai bisogno di tanto fiato e scarpe comode.

ll Forte ha avuto sempre un ruolo di “presidio militare, sentinella e baluardo difensivo” ma, come quasi tutte le fortezze, è stata anche utilizzata come prigione di Stato. 

Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Forte ha subito un totale abbandono, ma dal 1990, grazie all’impegno dell’Associazione San Carlo Onlus che si è dedicata al suo recupero, è tornato a rivivere.

Sono stati necessari lavori di bonifica dalla vegetazione spontanea e di sgombero dell’accumulo di annose macerie.

Tutto questo è stato reso possibile anche grazie a enti pubblici e privati.

Oggi è meta turistica di migliaia di persone.

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