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“La farfalla bianca” di Marina Kessler, metafora di forza ed equilibrio

Una farfalla che vola leggiadra in un giardino e che ogni tanto viene a scrutare sotto nuova forma come vivono le sue “creature”. Questa è l’immagine che Marina Kessler vuole lasciare della madre nell’accorata biografia “La farfalla bianca”, all’interno della quale viene raccontata l’esistenza di quest’ultima all’indomani della scomparsa, ma nessuno va via davvero se resta vivo nei nostri ricordi. Ricordi che si ricompongono pagina dopo pagina divenendo puzzle della vita di Cecilia Tommasoni moglie del politico Bruno Kessler.

Un tuffo nel passato che catapulta i lettori in tempi lontani quando Cecilia era una bambina e viveva con la famiglia ,un’infanzia scalfita dalla perdita del padre ma circondata da donne forti. Questo probabilmente ha contribuito a forgiare nel tempo il carattere di una donna decisa  che non si è fatta condizionare dagli altri.  Una donna tutta d’un pezzo che ha cresciuto i  figli ed è stata accanto al marito sempre, senza volersi mai mettere in mostra. La figlia ne fornisce un racconto nel quale emerge tutta l’ammirazione che prova nei confronti della madre, una donna inarrestabile anche insegnante e attiva nel sociale, che ha dedicato la vita anche alle sue innumerevole passioni, prima fra tutte la musica. 

C’è spazio anche per i ricordi di infanzia di Marina che con un filo di commozione riesce a raccontare l’equilibrio di una famiglia semplice nonostante il ruolo politico del padre, una famiglia in cui il valore più grande stava nelle piccole cose. La madre ha sempre concentrato in sé lo spirito di una guerriera : dalla decisione di prendere la  patente fino ad ottenere l’abilitazione per l’insegnamento  per poi assumere il ruolo di presidente della società San Vincenzo  De Paoli, neanche il passare degli anni e la malattia che l’ha consumata negli ultimi tempi di vita sono riusciti a fermarla. L’amore verso la famiglia la induceva ad essere sempre forte e a mantenere la sua vitalità dall’inizio alla fine.

Un libro che coinvolge il lettore che finisce con l’immedesimarsi nelle emozioni della sua protagonista, ma soprattutto della figlia che racconta la madre, con intensa partecipazione.

Questa non è solo una biografia ma anche un percorso evolutivo attraverso il quale una figlia comincia a guardare la madre con occhi diversi, dando peso ad aspetti che durante la vita della madre aveva visto solo di sfuggita e che ora approfondisce con attenzione.

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