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L’Università per Stranieri di Perugia pensa all’ecosistema

Il progetto riguarda la sicurezza idrica, alimentare e transizione energetica e rientra nel programma europeo “Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area PRIMA”, relativo a Horizon 2020.

L’Università per Stranieri di Perugia volge lo sguardo all’ecosistema. C’è il progetto Nexus-Ness da tre milioni di euro da realizzare con tredici partner internazionali. L’importo rientra nel programma europeo “Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area PRIMA”, relativo a Horizon 2020. Il gruppo di riferimento è composto da Università per Stranieri di Perugia, insieme a tredici soggettività provenienti da sette Paesi dell’area mediterranea. Il progetto Nexus-Ness, vincitore del bando europeo, è finalizzato allo sviluppo di azioni nel settore della sicurezza idrica e alimentare in relazione alle strategie di transizione energetica. Il principale obiettivo è puntare all’integrazione dei dati e modelli di analisi multisettoriali e transdisciplinari dell’asse Water-Energy-Food, allo scopo di evidenziare i molteplici benefici di un uso equo e sostenibile delle risorse naturali. Un’ottima notizia per gli ecosistemi e per la società nel suo complesso.

Programma

Horizon 2020 è un programma di finanziamento creato dalla Commissione Europea, organo esecutivo dell’Unione Europea, per sostenere la ricerca nello spazio europeo della ricerca ERA. È l’ottavo dei programmi quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, la ricerca finanziaria, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione.

Team di progetto

Sono coinvolte eccellenze italiane e dell’area mediterranea. Università, centri di ricerca, PMI, enti pubblici e NGO sono impegnate nella sostenibilità e sicurezza idrica, alimentare, ambientale, energetica. Grazie a Nexus-Ness si può avere un protocollo operativo denominato Nexus-NESS Service, la cui funzionalità verrà testata in quattro diversi siti: la Val di Cornia in Toscana, la zona del Rio Daja in Spagna, l’area costiera di Matrouh in Egitto e il bacino Oued Jir presso Gabes, in Tunisia. Le attività programmate nel suo ambito avranno una durata di tre anni, nel corso dei quali le operatività realizzate verranno testate da gruppi di stakeholder transnazionali secondo le metodologie Living Laboratories e Responsible Research and Innovation RRI.

Francesco Fravolini

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