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Leggende olimpiche: la rinascita dell’Atletica italiana a Tokyo 2020

Delle 10 medaglie d’oro olimpiche conquistate dall’Italia in questa edizione dei Giochi di Tokyo 2020, la metà sono arrivate dall’Atletica leggera.

Se nelle ultime edizioni la prima settimana è stata sempre la più proficua, grazie alla scherma e al nuoto, per poi raccogliere molto meno nella settimana successiva; in Giappone la situazione si è ribaltata: al giro di boa di sabato 31 luglio, avevamo conquistato solo due ori, con Dell’Aquila nel Taekwondo e il doppio pesi leggeri femminile di canotaggio (Rodini e Cesarini).

Ma il 1° agosto è stato il giorno della svolta: finale del salto in alto e dei 100 metri. In 10 minuti succede l’imponderabile. Prima il conciliabolo tra i giudici dell’alto con Tamberi e il qatariota Barshim e la decisione di condividere la medaglia d’oro; poi la volata di Jacobs che diventa l’uomo più veloce del mondo.

Una doppietta che svolta la nostra Olimpiade e carica i nostri atleti i giorni seguenti: oro nella marcia con Stano e Palmisano e infine, il capolavoro finale della staffetta 4×100, dove insieme a Jacobs salgono sul gradino più alto anche Patta, Desalu e Tortu.

Cinque ori nell’atletica leggera come mai in precedenza per la nostra nazione, che aveva vinto l’ultimo oro olimpico nel 2008, a Pechino, con Schwazer nella marcia; a Rio 2016 non arrivò neanche una medaglia in questa disciplina.

Oltre ai successi, il movimento è sembrato in netta crescita generale con 10 atleti nelle varie finali, 11 record italiani, molti personali e il poco celebrato record europeo di Jacobs sui 100 m.

Da non dimenticare poi, gli altri 3 ori extra-atletica: la coppia della vela Banti-Tita, la squadra dell’inseguimento maschile di ciclismo su pista (Ganna, Consonni, Lemon, Milan) e il karateka Busà che, il 23 settembre, insieme a tutti gli altri medagliati, incontreranno al Quirinale il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

I 10 minuti vissuti domenica 1° ottobre con la coppia d’oro Tamberi-Jacobs è senza dubbio il momento simbolo di questa rinascita e probabilmente, la copertina ideale dell’album dei ricordi di questa Olimpiade per tutti i tifosi italiani.

Daniele Capello

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