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Il cuore verde del lago Trasimeno: l’isola Polvese

Se esiste un luogo dove l’uomo può cercare di recuperare l’antico legame con la natura, quello è sicuramente l’isola Polvese, un paradiso naturale con scorci paesaggistici da togliere il fiato, raggiungibile in soli cinque minuti di traghetto dal porto del lago Trasimeno.

Adibita da poco a parco scientifico – didattico, l’isola presenta un’area naturale di circa settanta ettari ed è divisa in tre diverse zone: la zona umida dei canneti, caratterizzata da una fauna molto varia di uccelli e anfibi, la zona boscosa, dominata da meravigliosi lecci e roverelle, e l’oliveto secolare. Di particolare bellezza anche la zona della fascia costiera, dalla quale è possibile ammirare, nell’ora del tramonto, i mille riflessi blu, viola e rosa prodotti dai raggi solari che si riflettono sulla superficie scura delle acque del lago. Il nome dell’isola, abitata già in epoca romana, deriva sicuramente dal termine polventa (zona esposta al vento), e non è raro poter vedere distintamente tra i suoi folti cespugli, continuamente esposti alla corrente ventosa, volpi, faine, lepri, upupe, aironi e cuculi.

Abitata saltuariamente da un paio di famiglie che gestiscono le uniche due attività turistiche presenti in loco (un albergo e un bar), l’isola è caratterizzata anche da una parte architettonica molto affascinante, dai resti del monastero di San Secondo (X secolo) all’imponente castello medievale, passando per la cosiddetta piscina Porcinai del 1960, ideata dall’architetto Pietro Porcinai. Si tratta di uno dei più grandi recuperi ambientali mai realizzati: una piscina ricavata da una cava arenaria dismessa, interamente scavata nella roccia e abbellita da vasche minori chiamate ninfei; un piccolo giardino acquatico che ospita iris selvatici, fiori di loto, ninfee e incantevoli gigli d’acqua.

Ambra Belloni

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