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Il turismo registra pesanti perdite economiche

Marco Marchetti, Presidente di Assosistema Confindustria: «Con queste azioni il governo non sta dando risposte ad un indotto di più di 1000 realtà industriali e ad una platea ampia di lavoratori e famiglie che spesso operano anche in territori difficili»

Il turismo sta registrando pesanti perdite economiche a causa del Coronavirus. È uno degli asset più colpiti perché il settore non tornerà presto in attivo a causa dell’immagine; il rilancio dell’Italia a beneficio del turismo e dell’economia dovrà essere studiato con strategie mirate. Con il Coronavirus i turisti abbandonano l’idea di visitare l’Italia come meta turistica e questa penalizzazione continuerà fino a quando non sarà completamente sconfitto il Coronavirus. Non si conosce con precisione il momento in cui i turisti torneranno a scegliere l’Italia come luogo di vacanza. Ed è proprio questa incertezza a rendere ancora più complicata la situazione economica, gettando il turismo in una profonda emergenza. Questo accade anche per gli altri Paesi giacché il Coronavirus è una pandemia, come già dichiarato dall’Organizzazione Sanitaria Mondiale. È un problema globale che dovrà essere risolto in tempi brevi per evitare chiusure alle imprese del settore del turismo di tutto il mondo.

La preoccupazione di Assosistema
«È impensabile non prevedere nella filiera del turismo i principali attori dell’ospitalità, ovvero le lavanderie industriali che operano nell’intero settore turistico e alberghiero – si legge nella lettera a firma del Presidente di Assosistema Confindustria, Marco Marchetti – perché senza il nostro servizio non sarebbe possibile garantire l’accoglienza e la permanenza negli hotel e non sarebbe nemmeno garantita la qualità igienica necessaria che proprio in questo periodo mi aspettavo fosse maggiormente considerata. Con queste azioni il governo non sta dando risposte ad un indotto di più di 1000 realtà industriali e ad una platea ampia di lavoratori e famiglie che spesso operano anche in territori difficili. Con i nostri clienti saremo pronti a ripartire non appena supereremo questa crisi ma per farlo congiuntamente non è pensabile attuare misure distinte per imprese che operano nello stesso settore, prevedendo aziende di serie A e aziende di serie B».

Francesco Fravolini

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