L’idea di una Europa Unita ha radici molto lontane e si è concretizzata con il trattato di Maastricht firmato il 7 novembre 1992, entrato in vigore il 1° novembre 1993. Ma chi furono i principali ideologhi e sostenitori?
by Bruno Cimino
A che punto siamo, ossia cosa rappresenta oggi l’idea speculativa dell’Europa Unita?
Ne fanno parte 27 nazioni con circa 447 milioni di abitanti, distribuiti su una superficie di 4.233.000 km², ognuna con una propria identità politica, ma dove si parlano oltre 150 lingue diverse.
Sugli Stati Uniti d’Europa diverse idee fiorirono nei secoli, spesso anche incompatibili tra loro (inclusione o esclusione del Regno Unito; unioni laiche o religiose, ecc.). Ricordiamo quelle di re Giorgio di Poděbrady di Boemia nel 1464, del duca di Sully in Francia nel XVII secolo e quella di William Penn per la creazione di un’assemblea, parlamento o Stato europeo.
L’idea di un’unità europea venne inoltre teorizzata nel XVIII secolo da Charles-Irénée Castel de Saint-Pierre, ma anche da Augustin Thierry e Claude-Henri de Saint Simon.
Felix Markham annotò come, durante una conversazione a Sant’Elena, Napoleone Bonaparte avesse sottolineato: «L’Europa divisa in nazioni, liberamente formate e internamente libere, sarebbe una garanzia di pace tra gli Stati: gli Stati Uniti d’Europa potrebbero essere una possibilità».
Stati Uniti d’Europa è anche il nome di un progetto presentato da Wojciech Jastrzębowski nella Pace Eterna tra le nazioni, pubblicato il 31 maggio 1831 e composto da 77 articoli.
Qualche anno dopo, a Berna, nacque l’associazione la Giovine Europa di Giuseppe Mazzini.
Il filosofo Carlo Cattaneo fu un forte sostenitore degli Stati Uniti d’Europa e considerava l’unificazione europea come “una logica conseguenza della federazione italiana”.
Il termine Stati Uniti d’Europa venne usato da Victor Hugo durante il suo discorso al Congresso Internazionale di Pace tenuto a Parigi nel 1849. Nella sua residenza sull’isola di Guernsey piantò un albero e, su una targa, scrisse: «Quando quest’albero sarà maturo, esisteranno gli Stati Uniti d’Europa». Nel 1867 Giuseppe Garibaldi e John Stuart Mill si unirono al pensiero di Hugo e, al Congresso Internazionale per la Pace e la Libertà a Ginevra, sostennero la nobile idea. Nello stesso congresso l’anarchico Mikhail Bakunin nel suo intervento disse che: «Al fine di ottenere il trionfo della libertà, pace e giustizia nelle relazioni internazionali d’Europa e di rendere impossibile la guerra civile tra i vari popoli che compongono la famiglia europea, una sola strada è possibile: costituire gli Stati Uniti d’Europa».
Altro nome di notevole spessore fu Ludwig Lazaro Zamenhof, il fondatore dell’Esperanto, la lingua destinata ad unire non solo le popolazioni europee, ma tutto il mondo.
Anche Luigi Einaudi, in merito ad una Federazione europea, espresse il suo pensiero: “Esercito unico e confine doganale unico sono le caratteristiche fondamentali del nuovo sistema. Gli Stati restano sovrani per tutte le materie che non sono delegate espressamente alla Federazione europea; ma questa sola dispone delle Forze Armate, ed entro i suoi confini vi è una cittadinanza unica ed il commercio è pienamente libero […]. La guerra non scomparirà, ma sarà spinta lontano, ai limiti della Federazione… le guerre diventeranno più rare finché esse non scompariranno del tutto dal cuore e dalla mente degli uomini…”.
Molte altre personalità si dedicarono alla realizzazione di un’unica entità politica europea. Aggiungiamo: Lenin; il conte austriaco Richard Coudenhove-Kalergi; Jean Monnet e Robert Schuman, Trotsky; Aristide Briand; John Maynard Keynes, l’ex imperatore tedesco Guglielmo II e Winston Churchil.
La svolta decisiva venne nel 1944 grazie agli italiani Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Coloni, i quali scrissero e diffusero il Manifesto di Ventotene per un’Europa libera e unita.
Ma per la nobile idea che concretizzi una soddisfacente realtà politica e sociale tra i vari Stati, la strada è ancora lunga.