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Compie 50 anni “Il gabbiano Jonathan Livingston”

Era il 1970, precisamente 50 anni fa, quando Richard Bach pubblicò il suo capolavoro: “Il gabbiano Jonathan Livingston”. Una favola che si sviluppa in poche pagine ma che veicola uno dei più forti messaggi esistenziali della storia della letteratura. Se il titolo potrebbe trarre in inganno, la dedica che compare tra le prime pagine (“Al vero Gabbiano Jonathan, che vive nel profondo di noi tutti”) lascia già intuire il carattere dell’opera. Steso in uno stile semplice ed essenziale, arriva al cuore e alla mente del lettore nella maniera in cui riescono a farlo solo le opere destinate ad entrare nella rosa dei “classici”. “Efficace” sembra il termine più appropriato per lo scritto di Bach, capace di trattare il tema più importate, il senso della nostra vita, con agilità, semplicità ed arrivando dritto al punto. Il messaggio dell’aviatore statunitense vola leggero tra le piume del piccolo protagonista, il gabbiano Jonathan, alle prese con altri gabbiani, con se stesso e il profondo desiderio di spingersi oltre i suoi limiti che gli procura non pochi guai, sofferenze e sacrifici. In una serie di picchiate, torsioni e battiti d’ali tra le correnti, descritti efficacemente come solo un esperto di volo può riuscire a fare, il protagonista esplora non solo il paradigma della vita dell’uomo ma anche di tutte le altre creature; non è forse un caso il fatto che il soggetto del racconto è un gabbiano e non una persona. “Il gabbiano Jonathan Livingston”, divenuto rapidamente un Best seller mondiale, è oggi un vero e proprio racconto cult che va oltre le mode del momento ed è capace, alla fine della storia, di lasciare ogni lettore un po’ più ricco.

Glenda Oddi

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