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Salute&Sport

Il ciclocross, il regno di Mathieu Van der Poel

Il ciclocross è una disciplina del ciclismo prettamente autunno-invernale, tanto da essere in lizza per diventare sport olimpico invernale dal 2030. Una specialità che si disputa perlopiù su sterrato, tra fango, sabbia, scalini e ponti artificiali, dove un singolo errore può costare caro. Si corre tra settembre e febbraio, con il clou a dicembre-gennaio quando si disputano le gare di coppa del mondo (con le tradizionali corse del “kerstperiode” durante le feste natalizie) e i mondiali a febbraio.

Lo scorso weekend 31 gennaio – 2 febbraio si sono infatti disputati i Campionati del mondo a Liévin, in Francia, con grandi conferme e anche gioie italiane. Venerdì nel Team Relay (staffetta con un rappresentante per classe d’età maschile e femminile) abbiamo colto un argento (Agostinacchio, Bramati, Pellizzotti, Viezzi, Casasola, Bertolini), mentre domenica nella gara maschile juniores abbiamo conquistato oro e bronzo, con Mattia Agostinacchio e Filippo Grigolini: un bottino che ci ha presso di chiudere nel medagliere davanti a un mostro sacro come il Belgio, terra di crossisti, rimasto senza titoli. 

Chi ha dominato sono stati invece i Paesi bassi, che hanno ottenuto i due ori più attesi (e scontati), quelli delle due prove elite. Nel femminile la vittoria (terza consecutiva) è andata a Fem Van Empel, dopo un testa a testa incredibile fino all’ultimo gradino con la connazionale Lucinda Brand (che aveva vinto la coppa del mondo la settimana prima). Grandioso invece il monologo di Mathieu Van der Poel, che ha portato il settimo titolo iridato al fenomenale figlio e nipote d’arte, che è riuscito così a eguagliare il migliore di sempre, Eric De Vlaeminck.

Daniele Capello

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