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In evidenza Viaggio nell'Italia della memoria

I Cento Orizzonti di Asolo

Il nome deriva dalla parola latina “Asylym”, rifugio, un ritiro spirituale e isolato per coloro che vogliono vivere in tranquillità e lasciarsi il passato alle spalle. Come successe ad Eleonora Duse, ritiratasi qui a 51 anni, delusa dalla ribalta e ormai stanca o a Freya Stark, ritiratasi anche lei ad Asolo, dopo aver esplorato mezzo mondo. Un altro ancora fu Malipietro che qui componeva musica che solo lui riusciva a comprendere.

La prime tracce di Asolo si hanno nel I secolo a.C.: un municipio romano di una certa rilevanza, citato anche da Plinio il Vecchio.

Nei secoli successivi non se ne parla, bisogna attendere fino al 591 d.C.: un documento attesta l’esistenza in questo luogo di una diocesi che continua la sua attività fino al 969 d.C., finché non fu inglobata in quella di Treviso.

Dopo essere passata per le mani degli Scaligeri (dinastia che governò sulla città di Verona dal 1262 al 1387) e dei Carraresi (famiglia aristocratica padovana), Asolo fu confermata come dominio della Serenissima e questo fu per la città il periodo di massimo splendore.

Nei secoli successivi, Asolo affrontò diverse vicissitudini, finché nel 1866 passò, come tutto il Veneto, al Regno d’Italia.

Oltre alla storia, Asolo attira anche perché offre la possibilità di effettuare escursioni nella natura e intorno alla città. Dal centro storico ci sono diversi sentieri da poter percorrere a piedi o in bicicletta. Ma è in primavera che il borgo riesce a dare il meglio di sé: con la fioritura di peschi e ciliegi, che colora tutto il paesaggio in maniera incredibile, tanto che i visitatori hanno la sensazione di attraversare un quadro, per dirigersi poi, verso i numerosi capolavori artistici della zona: Villa Barbaro di Maser e Villa Emo, entrambe progettate dal Palladio; la casa natale di Antonio Canova a Possagno e il tempio, nella stessa città, dove giacciono le spoglie dell’artista; la tomba di Brion, un complesso funebre monumentale, un esempio magnifico di architettura funeraria di Carlo Scarpa.

Asolo può essere definito come un borgo che unisce natura, storia e arte classica, un luogo che ha ispirato e protetto numerosi artisti.

Domenico Attianese

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