Un devastante disastro ambientale si è verificato nel Mar Nero, al largo della Crimea, nello stretto di Kerch, una zona strategica e altamente sensibile dal punto di vista ecologico. Durante una violenta tempesta, due petroliere russe, la Volgoneft-212 e la Volgoneft-239, sono state protagoniste di incidenti distinti che hanno portato a gravi conseguenze ambientali.
La Volgoneft-212, una petroliera lunga 136 metri progettata per trasportare fino a 4.200 tonnellate di petrolio, si è spezzata in due, riversando una quantità significativa di idrocarburi nel mare. Le immagini (https://www.bbc.com/news/articles/c8dq6q0m862o) drammatiche diffuse dall’equipaggio mostrano la poppa della nave separata dallo scafo e una vasta chiazza di petrolio che si estende sulla superficie del mare. Parallelamente, la Volgoneft-239, che trasportava circa 4 tonnellate di olio combustibile, è finita alla deriva nella stessa area.
Nonostante i tempestivi interventi di soccorso, un membro dell’equipaggio ha perso la vita, mentre diverse persone sono rimaste ferite, due delle quali in condizioni gravi. Le operazioni di recupero sono state sospese a causa del maltempo, complicando ulteriormente la gestione della crisi.
Impatto ambientale e rischio per l’ecosistema marino
La fuoriuscita di petrolio della Volgoneft-212 rappresenta una grave minaccia per l’ecosistema marino del Mar Nero, già sotto pressione per l’inquinamento e la pesca eccessiva. Il petrolio disperso, composto da frazioni pesanti e leggere, può provocare danni a lungo termine. Le frazioni pesanti tendono a depositarsi sul fondale marino, distruggendo l’habitat naturale e contaminando la catena alimentare. Le frazioni leggere, invece, si diffondono sulla superficie, impedendo l’ossigenazione e causando la morte di numerosi uccelli acquatici. Greenpeace e altre organizzazioni ambientaliste hanno già definito l’incidente come uno dei peggiori disastri ambientali nella regione. Le conseguenze potrebbero includere la contaminazione delle coste, la riduzione della biodiversità marina e gravi danni economici per le comunità locali che dipendono dalla pesca.
Petroliere obsolete e problemi strutturali
Entrambe le petroliere coinvolte appartengono alla classe Volgoneft, progettata diversi decenni fa. Queste navi, già protagoniste di incidenti simili in passato, mostrano la loro inadeguatezza nel fronteggiare condizioni meteorologiche estreme. Nel 2007, un episodio analogo si verificò nello stesso stretto di Kerch, quando la Volgoneft-139 si spezzò in due durante una tempesta, causando il rilascio di oltre 1.600 tonnellate di petrolio. Le ripetute tragedie evidenziano la necessità di migliorare gli standard di sicurezza e di effettuare una manutenzione adeguata su queste imbarcazioni obsolete. La comunità internazionale ha più volte sottolineato l’urgenza di regolamentare il trasporto di materiali pericolosi in aree così vulnerabili.
Le difficoltà nelle operazioni di soccorso
Le condizioni meteo avverse hanno reso particolarmente complessa la gestione dell’emergenza. I venti forti e le onde alte hanno ostacolato le operazioni di recupero, costringendo le squadre di soccorso a sospendere temporaneamente gli interventi. Rimorchiatori, elicotteri e oltre 50 soccorritori sono stati mobilitati per salvare i membri degli equipaggi. 13 persone sono state tratte in salvo dalla Volgoneft-212, mentre altre 14 persone a bordo della Volgoneft-239 sono state evacuate.
Il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato la creazione di un gruppo di lavoro per affrontare l’incidente, presieduto dal vice primo ministro Vitaly Savelyev. Parallelamente, sono state avviate indagini per accertare eventuali responsabilità per negligenza criminale.
Il ruolo strategico dello stretto di Kerch
Lo stretto di Kerch è una via di comunicazione cruciale per il trasporto di merci russe, tra cui grano, petrolio greggio, olio combustibile e gas naturale liquefatto. La zona è particolarmente sensibile non solo per il traffico commerciale, ma anche per la sua importanza geopolitica, essendo situata tra la Russia e la Crimea, territorio annesso illegalmente da Mosca nel 2014. Eventi come quello della Volgoneft-212 mettono in discussione la sostenibilità di utilizzare petroliere obsolete per il trasporto di materiali pericolosi in questa regione. Inoltre, aumentano le preoccupazioni per l’impatto di simili incidenti sulla stabilità economica e ambientale del Mar Nero.
La necessità di un’azione internazionale
Questo incidente sottolinea l’importanza di una collaborazione internazionale per migliorare la sicurezza marittima e proteggere gli ecosistemi marini. Organizzazioni come l’IMO (Organizzazione Marittima Internazionale) e le autorità regionali devono intensificare gli sforzi per regolamentare il trasporto di materiali pericolosi, promuovere l’utilizzo di navi moderne e garantire interventi rapidi in caso di emergenza. Il disastro ambientale nello stretto di Kerch rappresenta un altro triste capitolo nella storia degli incidenti marittimi legati alle petroliere obsolete. Le immagini della Volgoneft-212 spezzata in due e della chiazza di petrolio nel Mar Nero evidenziano i rischi associati all’uso di navi datate e alla mancanza di standard rigorosi.
È fondamentale che autorità, ambientalisti e cittadini uniscano gli sforzi per chiedere un cambiamento nelle politiche marittime, affinché incidenti come questo non si ripetano in futuro. Solo con un approccio preventivo e responsabile possiamo proteggere gli ecosistemi marini e le comunità che dipendono da essi.Riccardo Pallotta ©