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Gli “evaporati” del Giappone

Un nuovo fenomeno sociale per chi vuole darci un taglio col passato

Il Giappone non smette di sorprendere con i suoi fenomeni sociali. In un paese famoso per l’efficienza lavorativa della sua popolazione, una cultura caratterizzata da spirito di abnegazione, sacrificio e un senso della vergogna in grado di superare anche le più profonde barriere dell’amor proprio, gli effetti di tutto questo iniziano ad avere diverse declinazioni. C’è chi sceglie la via del suicidio, chi muore per il troppo lavoro (karoshi), chi opta per la reclusione in casa (hikikomori, ) e chi sceglie di …“evaporate”. Queste persone sono chiamate johatsusha, che vuol dire apponto “evaporati” perchè decidono di riiniziare da zero cambiando tutto della propria vita senza lasciare alcuna informazione a parenti ed amici. Sono molteplici i motivi che spingono questi soggetti a sparire nel nulla ma tutti comunque riconducibile alla cultura giapponese, caratterizzata da un forte senso del dovere e da una scarsa tolleranza verso i fallimenti. Quello che per altri potrebbero essere naturali difficoltà della vita (un matrimonio fallito, un momento di difficoltà economica, un errore commesso sul posto di lavoro ecc.) nella cultura nipponica conducono alla perdita dell’onore e della rispettabilità sociale. A consentire l’evaporazione sono le leggi amministrative del Giappone che, oltre a garantire un’assoluta impenetrabilità dei movimenti finanziari delle persone, con la sola eccezione in cui si verifichino atti criminali, non rende neanche obbligatorio il possesso di un documento d’identità. Pare che il fenomeno sia molto più vasto di quello che si possa immaginare, tanto che sono sorte delle agenzia specializzate per aiutare le persone a scomparire e cambiare completamente vita.

Glenda Oddi

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