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Ambiente & Società

Giacarta rischia di scomparire: perché l’Indonesia cambia capitale

Giacarta, cuore politico ed economico del Paese da decenni, sta perdendo ufficialmente il suo status. Ma non si tratta solo di un cambio simbolico o amministrativo. Alla base della decisione c’è una crisi profonda e irreversibile: Giacarta sta letteralmente affondando. Negli ultimi dieci anni, il suolo della capitale si è abbassato di 2,4 metri. In alcune zone si sprofonda a un ritmo di 28 centimetri all’anno. In media, la città perde tra i 10 e i 15 centimetri ogni dodici mesi. Quasi metà del suo territorio è ormai sotto il livello del mare, esposta a un rischio crescente di inondazioni, specialmente durante la stagione dei monsoni. La geografia urbana, un tempo vantaggio strategico, oggi rappresenta un grave pericolo.

L’acqua che manca e quella che avanza

Il paradosso di Giacarta è tutto nell’acqua. Da un lato, la città è tormentata da inondazioni sempre più frequenti; dall’altro, soffre di una cronica carenza di acqua potabile. Questo squilibrio è all’origine del collasso geologico in corso. La crescita esplosiva della popolazione, che l’ha portata in pochi decenni a essere la terza città più popolosa al mondo dopo Shanghai e Tokyo, ha messo sotto pressione le infrastrutture idriche, portando molte famiglie e industrie a perforare il terreno per estrarre acqua dalle falde sotterranee. Un’abitudine che, nel tempo, ha destabilizzato il suolo e ne ha accelerato la subsidenza. Le conseguenze sono evidenti. Strade, ponti e edifici si danneggiano. Il traffico diventa più caotico. I costi di manutenzione salgono, mentre molte imprese iniziano a valutare se restare o trasferirsi altrove. A pagare il prezzo più alto, però, sono le comunità locali. Le zone più colpite affrontano allagamenti ricorrenti che minano la qualità della vita e colpiscono settori fondamentali come la pesca, compromessa sia dall’inquinamento sia dai cambiamenti della costa.

Nusantara: una capitale per il futuro

Per rispondere a questa crisi, il governo indonesiano ha deciso di ripartire da zero. Nusantara, nel Kalimantan orientale, sull’isola del Borneo, è il simbolo di questa rinascita. Il nome significa “arcipelago”, un richiamo all’identità profonda del Paese. Il progetto, che costerà circa 35 miliardi di dollari e sarà completato entro il 2045, rappresenta molto più di un semplice trasferimento di uffici: è un laboratorio di futuro. Nusantara è stata progettata per essere una città verde e intelligente. Il 70% del suo territorio sarà destinato ad aree naturali, con l’obiettivo di raggiungere emissioni nette di carbonio pari a zero entro il 2060. I lavori sono iniziati con la riforestazione delle aree circostanti. La città sorgerà come “foresta urbana”, in una regione considerata tra le più ricche di biodiversità al mondo. È un’ambizione che mira a conciliare sviluppo economico, innovazione e sostenibilità.

Economia e decentramento

La costruzione di Nusantara è anche una mossa strategica per riequilibrare il peso economico del Paese. Oggi oltre la metà della popolazione e della produzione economica si concentra sull’isola di Giava. Spostare il centro amministrativo nel Borneo significa stimolare nuove aree di crescita e ridurre la pressione su territori già sovraccarichi. Il PIL indonesiano, attualmente pari a 1,32 trilioni di dollari, rappresenta più di un terzo dell’intera economia dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico). Le previsioni parlano di una crescita oltre i 2 trilioni entro il 2028. Nusantara potrebbe essere il motore di questa trasformazione. Il piano prevede che i primi 6.000 funzionari pubblici si trasferiscano già entro ottobre 2024, in concomitanza con l’insediamento del nuovo presidente. La fase successiva, tra il 2024 e il 2029, includerà lo sviluppo di poli universitari, centri di ricerca e ospedali d’eccellenza. Un ecosistema progettato per attrarre giovani, innovazione e investimenti privati.

La sfida della sostenibilità

A testimonianza della serietà dell’impegno, nel novembre 2023 è stato firmato un accordo con la Stanford Doerr School of Sustainability per istituire un centro di ricerca di livello mondiale a Nusantara. Le attività spazieranno dalla gestione delle risorse idriche allo sviluppo urbano sostenibile. Il supporto della Banca asiatica di sviluppo e l’adesione al programma “100 Smart Cities” rafforzano l’idea di una capitale modello per il XXI secolo. Ma la sfida è anche culturale e politica. Nusantara dovrà essere inclusiva, accessibile e in grado di riflettere la ricchezza sociale dell’Indonesia. La trasparenza nella gestione dei fondi e il coinvolgimento attivo delle comunità saranno elementi chiave per garantire che la nuova capitale sia al servizio dei cittadini, e non solo di un’élite.

Il presente e l’ombra della plastica

Nel frattempo, l’Indonesia deve affrontare altre minacce ambientali. Tra queste, l’inquinamento da plastica. Con 7,8 milioni di tonnellate prodotte ogni anno, una parte significativa finisce nei fiumi e nei mari, deturpando anche le località più turistiche. Le spiagge cristalline e i fondali corallini, tra i più belli al mondo, convivono con cumuli di rifiuti visibili anche nei resort di lusso. La gestione dei rifiuti è spesso insufficiente, e la combustione a cielo aperto è una pratica ancora diffusa, con conseguenze disastrose per la salute e per l’ambiente. È un problema sistemico, che richiede interventi urgenti quanto quello sul fronte urbanistico. Nonostante tutto, l’Indonesia è anche un Paese che resiste. In molte isole remote esistono ancora comunità che vivono come due secoli fa, senza elettricità o internet, ma con una forte connessione con la terra e con le proprie tradizioni. Questa resilienza culturale è una risorsa preziosa. Può diventare un punto di forza in un’epoca in cui la modernizzazione rischia di omologare e marginalizzare le diversità locali.

Tra speranza e realtà

Il governo indonesiano ha dichiarato di voler salvare Giacarta, ma la verità è che la città potrebbe diventare inabitabile entro il 2050. La costruzione di Nusantara è un atto di visione e di urgenza. Tuttavia, il successo di questo progetto dipenderà dalla capacità di imparare dagli errori del passato, di pianificare con intelligenza e di costruire con equità. Mentre il mondo osserva con curiosità e speranza, Giacarta continua a vivere il suo presente fragile. Nusantara, invece, è il simbolo di ciò che l’Indonesia vuole diventare: un Paese moderno, sostenibile e resiliente, capace di trasformare una crisi in una nuova opportunità. Per saperne di più riguardo la situazione di Giacarta, ascolta questa intervista.

Riccardo Pallotta©

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