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Ambiente & Società

Gap scuola-lavoro, l’esempio di Roncadin che coinvolge gli studenti con visite in fabbrica, interattività e social

L’azienda di pizze surgelate di Meduno (PN) collabora con le scuole del territorio, tra visite, degustazioni e gadget che mettono alla prova le abilità degli studenti, stimolando anche la condivisione sui social network.

 Il gap tra “scuola e lavoro” è un tema di cui si dibatte molto. Esistono aziende che cercano di avvicinare i giovani  a posizioni meno conosciute e meno ambite, come Roncadin SpA SB con sede a Meduno (Pordenone), nata nel 1992 per la produzione di pizza italiana di qualità per la grande distribuzione nazionale ed internazionale. Oggi in azienda lavorano circa 780 persone, il fatturato 2021 ha raggiunto i 148,5 milioni di euro e si producono 100 milioni di pezzi all’anno. L’azienda friulana ha avviato una collaborazione con alcune scuole del territorio per attrarre i giovani, con visite alle linee di produzione, approfondimenti stimolanti sugli impianti, dialogo con chi lavora sul campo e, sul finale, una piccola sorpresa che punta sull’interattività e sulla creatività degli studenti,  per essere condivisa anche sui social network stimolando il passaparola. Nel polo produttivo di Meduno le attività con le scuole sono riprese a pieno ritmo dopo lo stop imposto dalla pandemia, e l’amministratore delegato Dario Roncadin è felice di aver riaperto le porte agli studenti: “Come moltissime realtà industriali italiane abbiamo il problema del forte gap scuola-lavoro che allontana i giovani da alcune carriere e rende molto difficile trovare manodopera qualificata. Il mondo della formazione deve impegnarsi, ma anche le aziende devono fare la loro parte, e noi abbiamo attivato un progetto che va oltre il semplice pubblicizzare le posizioni aperte”, commenta Dario Roncadin. I ragazzi dell’ultimo anno degli istituti professionali, accompagnati dai loro docenti, vengono accolti in azienda con un percorso in grado di coinvolgerli e presentare in modo completo l’ambiente di lavoro. Il tutto si conclude con la consegna di un gadget particolare: un apribottoglia unico nel suo genere che i ragazzi devono assemblare da sé.  Sulla confezione del piccolo regalo c’è anche l’invito a condividere il risultato finale su Instagram taggando il profilo dell’azienda, stimolando il passaparola.  “Per rendere davvero utili queste esperienze dobbiamo parlare il linguaggio dei ragazzi ed essere coinvolgenti – chiude Dario Roncadin –  Non basta comunicare solo le posizioni aperte, bisogna spiegare anche l’ambiente e i valori Roncadin, quali opportunità di crescita professionale ci sono e come seguiamo le nostre persone. Il bello del lavoro, insomma. Solo così le aziende come la nostra possono far sì che i giovani si interessino a mestieri poco conosciuti, ma che possono dare grandi soddisfazioni”

www.roncadin.it

Amalia Barbara Di Bartolo

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