Image default
Natura&Animali

Dice “no” la coscienza dei cittadini svizzeri

Il dott. Renato Werndli, che da anni si batte per i diritti degli animali, è membro fondatore dell’organizzazione di protezione degli animali “Dottori e dottoresse per la protezione degli animali in medicina”, nonché cofondatore del primo studio medico vegano in Svizzera.

Grazie a lui e a chi sostiene da anni la lotta contro l’utilizzo degli animali per le ricerche scientifiche è stato promosso un referendum per vietare sia gli esperimenti sugli animali sia l’importazione di prodotti sviluppati ricorrendo a simili procedure, cosi formulato: «Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani».

Il pensiero deldott. Renato Werndli si può sintetizzare in questa sua dichiarazione: “Per alcuni la nostra posizione può sembrare troppo rigida, ma non c’è nulla di estremo nel voler vietare tutti gli esperimenti sugli animali. È infatti un crimine ciò che facciamo agli animali. E un crimine non si può solamente limitare, ma lo si deve vietare completamente”.

Il comitato dell’iniziativa ha dichiarato essere ingiustificabile l’uso indebito di animali e pazienti non consenzienti per gli esperimenti, sostenendo che sono tantissimi i risultati con i quali è stato dimostrato che né un animale né un essere umano possono fornire previsioni affidabili per un altro essere vivente, e che i ricercatori sono abbastanza intelligenti da raggiungere le loro scoperte anche con approcci privi di sofferenza per gli animali e per l’essere umano.

Con il referendum, oltre ai divieti, si chiedeva anche che la ricerca condotta senza impiegare animali ricevesse almeno lo stesso sostegno statale accordato oggi alla ricerca che se ne avvale.

In caso di esito positivo dell’iniziativa, però, in Svizzera non sarebbero stati più disponibili nuovi farmaci ad uso umano e veterinario sviluppati grazie alla sperimentazione animale, ad esempio i vaccini. Inoltre, le attività di ricerca e sviluppo di farmaci e di prodotti quali preparati fitosanitari avrebbe subito forti riduzioni e, probabilmente, sarebbero stati trasferite all’estero.

Oltre alla Svizzera sono tanti i Paesi nel mondo dove sono autorizzati gli esperimenti soltanto se l’obiettivo non può essere raggiunto in altro modo e se l’utilità per la società giustifica la sofferenza inferta agli animali.

Il referendum si è svolto il 13 febbraio 2022 e gli elettori che hanno partecipato al voto si sono espressi, in maggioranza, con un “no”.

Evidentemente, in questi paesi, il timore qualora fosse stato accettato tale divieto, sarebbe stato quello ti trovarsi senza medicamenti sviluppati con esperimenti sugli animali, né per l’essere umano né per gli animali, inclusi ad esempio i vaccini.

L’alternativa agli esperimenti, dicono gli animalisti, sono i biochip; sono culture di cellule, tessuti e organi umani in miniatura che possono essere impiegate per svolgere esperimenti escludendo così la componente emozionale e psichica. Ma ci sono anche altri metodi: simulazioni al computer, studi epidemiologici o procedimenti che si avvalgono di immagini come le radiografie o MRI grazie a cui è possibile acquisire conoscenze riguardo a farmaci o metodi diagnostici.

Altri articoli