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Arte & Cultura

Elio Fiorucci in mostra alla Triennale di Milano

Un’occasione unica di rivivere un pezzo della storia della moda e del costume italiano

Designer, stilista, imprenditore, cool hunter. Il suo marchio, dagli anni ’60 ha spopolato tra i più giovani e non. Stiamo parlando di “Elio Fiorucci”, scomparso nel 2015, fondatore dell’omonima casa di moda che ha reso pop la moda italiana. Ora la Triennale di Milano, fino al 16 marzo 2025, gli dedica una mostra che esplora a tutto campo la sua vita e la  sua storia, la retrospettiva ha un intento biografico e include le vicende umane, imprenditoriali e culturali di Elio Fiorucci, con l’obbiettivo di fornire uno sguardo nuovo sulla sua figura. Tra l’altro, novità assoluta, l’intera mostra, è resa viva dalla voce di Fiorucci, attraverso registrazioni inedite che fanno rivivere parti della sua storia personale e che vengono messe in dialogo con altri protagonisti della sua vita. In più, in concomitanza con la mostra, iniziata a novembre, è uscito il volume “Elio Fiorucci”, edizioni Electa, a cura di Judith Clark (www.electa.it ), che traccia le vicende umane, imprenditoriali e culturali dello stilista, attraverso testimonianze, interviste e un ricco apparato iconografico che presenta, oltre ad abiti e accessori, bozzetti, illustrazioni, grafica, documenti inediti e progetti di allestimento dei numerosi creativi che hanno collaborato con lui. Ricordiamo che Fiorucci ha rivoluzionato il mondo della moda, influenzando anche temi e il linguaggio dei giovani. La mostra indaga quindi l’animo rivoluzionario di Fiorucci e la sua dimensione creativa e può essere considerata la più grande e ricca di opere e documenti mai dedicata all’artista che ha saputo fondere ricerca, moda, arte, design e musica, cultura pop e intrattenimento. Tutti aspetti  che hanno dialogato tra loro per scrivere un pezzo della storia del costume italiano. La sua storia parte nel 1965 quando da ragazzo va a Londra e assaporare le tendenze e i movimenti giovanili londinesi, il cui spirito libero e trasgressivo riporta e trasforma al suo rientro in Italia. Sono gli anni delle minigonne di Mary Quant. Due anni dopo apre il primo negozio nel centro di Milano e nel 1970 inizia a produrre jeans e abiti per il tempo libero con il suo omonimo marchio. Da qui in poi inizio la sua avventura alla conquista del mondo, grazie al noto negozio Studio 54 di Manhattan e l’amicizia con Andy Warhol. Non solo. Grande novità all’epoca furono i concept store che da una parte presentavano abbigliamento, dischi, libri, riviste e oggetti particolari, dall’altra erano il luogo naturale, il palcoscenico di performer, musicisti, artisti, intellettuali. I suoi concept store rappresentavano un universo unico, da Milano a New York, senza dimenticare Tokyo, Sydney e Los Angeles. Insomma un’occasione unica per rivivere un pezzo della storia della moda italiana. I biglietti della mostra possono essere acquistati sul sito www.triennale.org

Per chi si recherà alla Triennale per vedere la retrospettiva dedicata a Fiorucci, ricordiamo che fino al 13 aprile 2025 può essere ammirata un’altra esposizione interessante: il nuovo capitolo della serie di mostre dedicate alla figura di Ettore Sottsass, mostra che riunisce disegni e schizzi del grande architetto e designer, legati ai temi dell’architettura, del paesaggio e delle rovine.  Per il programma completo delle mostre della Triennale di Milano visitare il sito www.triennale.org

Amalia Barbara Di Bartolo

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