Simbolo per eccellenza di Milano, il Duomo incanta tutti, residenti e i tanti visitatori che passano per Milano. Ma a vederlo bene, è più di un simbolo: è un volto che racconta secoli di fede, arte e potere, un palcoscenico in marmo di Candoglia che guarda il mondo con uno sguardo eterno.
Perché proprio lì? Una questione di centro e sacralità
Il Duomo non è stato eretto a caso. Sorge nel punto esatto dove, già in epoca romana, si innalzavano due basiliche paleocristiane: Santa Tecla e Santa Maria Maggiore. L’area era considerata il cuore spirituale e civile della Mediolanum imperiale. Quando nel 1386 Gian Galeazzo Visconti diede inizio ai lavori della nuova cattedrale, fu una dichiarazione di potere e visione: Milano avrebbe avuto un tempio degno delle grandi capitali europee, costruito proprio nel baricentro della sua storia e della sua identità.
La facciata che oggi conosciamo è frutto di secoli di lavoro e stili sovrapposti, infatti iniziato ad edificare nel XIV secolo, la parte anteriore fu completata solo nell’Ottocento, su impulso di Napoleone Bonaparte, che nel 1805 volle incoronarsi Re d’Italia proprio in questa cornice teatrale. Fu lui a spingere per terminare la facciata, ed è per questo che, ancora oggi, una statua dell’imperatore svetta discretamente in una delle 3.400 statue che ornano l’edificio.
Ma il duomo muta ogni giorno. Infatti osservandolo al tramonto, il marmo sembra sciogliersi in rosa e oro. Di giorno, si fa quasi etereo sotto il sole. Le guglie, come dita levate al cielo, trasmettono un senso di verticalità ascensionale: è una preghiera scolpita, un edificio che sfida la gravità con grazia gotica.
La Madonnina, posta sulla guglia più alta (108,5 metri), è un’icona amata dai milanesi. Realizzata nel 1774, veglia sulla città e, per decenni, nessun edificio poteva superarla in altezza. Ancora oggi, una copia della statua è posta sulle torri più alte di Milano come simbolico omaggio.
Ma a curiosare sulla sua facciata, si scoprono tanti dettagli. Tra i decori si cela una scultura sorprendente: un piccolo elefante, scolpito con cura tra i fregi. È uno dei tanti dettagli curiosi disseminati tra le guglie, frutto della fantasia di scultori che, nel tempo, hanno lasciato tracce quasi segrete della loro arte.
Il prezioso marmo di Candoglia veniva trasportato attraverso il sistema dei Navigli fino al centro di Milano. Le barche che lo trasportavano recavano la scritta “A.U.F.” (Ad Usum Fabricae), che garantiva l’esenzione dai dazi doganali: erano pietre sacre, destinate alla “fabbrica del Duomo”.
La facciata del Duomo non è soltanto architettura: è un poema scolpito, una dichiarazione di eternità nel cuore di una città che non smette mai di guardare avanti. In ogni sua nicchia, in ogni suo dettaglio, si cela il respiro della storia. E osservandola, per un attimo, si può quasi sentire il tempo fermarsi.
Per maggiori informazioni: https://ticket.duomomilano.it/categoria/biglietti/
Duomo di Milano
Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano – P.za del Duomo, 20122 Milano MI
02 7202 3375