Image default
In evidenza Natura&Animali

Il Diavolo della Tasmania ritorna in Australia

Chi è stato bambino negli anni ’90 si ricorderà la serie animata di Taz-mania, che vedeva come protagonista il rissoso Taz. Il divertente personaggio dell’universo Looney Tunes, era ispirato a un animale veramente esistente, il Diavolo della Tasmania (Sarcophilus harrisii), un mammifero marsupiale di medio-piccola taglia della Famiglia dei Dasiuridi: è attualmente il più grande marsupiale carnivoro esistente e sicuramente il più attaccabrighe! Dalle dimensioni di un cane e dalla forma tozza, la specie ha abitudini strettamente notturne. A causa di una grave forma di tumore facciale, altamente contagiosa, il Diavolo della Tasmania è a rischio di estinzione: infatti è considerata “In pericolo” (EN) dalla Lista Rossa della IUCN. La specie è attualmente presente solo nell’isola della Tasmania, in Oceania ma un tempo era presente anche in Australia. In seguito alla grave epidemia che lo ha colpito negli anni ’90, il governo tasmaniano ha avviato diversi programmi di protezione a suo favore.
Ora il Diavolo della Tasmania è tornato anche in Australia, grazie al progetto di reintroduzione attuato dall’organizzazione AussieArk che ha portato al reinserimento in natura di 26 individui nella principale isola oceanica da cui erano estinti da 3 millenni, quando probabilmente i primi aborigeni sterminarono le loro prede. I Diavoli della Tasmania non sono animali predatori ma saprofagi, cioè si nutrono di carogne: il loro possente apparato mandibolare è in grado di frantumare anche le ossa e addirittura i denti degli animali di cui si nutre. Nonostante questo, e per la loro forte e aggressiva territorialità, vengono considerati in grado di contenere l’azione dei predatori alloctoni presenti in Australia, come gatti e volpi, che stanno causando la riduzione di molte specie locali come i Bandicoot.
Con la reintroduzione in Australia e i progetti per contenere l’epidemia in Tasmania il futuro della specie sembra essere ora più roseo.

Per approfondire clicca qui

Daniele Capello

Altri articoli