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CHE BUONI I BASTONCINI DI PESCE, MA COSA CONTENGONO?

Che buoni i bastoncini fritti di pesce. Ma sono davvero così salutari? E che impatto ambientale hanno?

Queste sono solo alcune legittime domane, cui risponderemo in questo articolo, che premettiamo non vuole creare allarmismi ma solo stimolare capacità critica di chi guarda uno spot e poi si trova nel carrello della spesa un prodotto da sempre ritenuto familiare e salutare.

I bastoncini surgelati di pesce sono a man levate un pratico salva-cena da tenere sempre in freezer: amati da grandi e piccini, si cuociono in pochi minuti e rappresentano un pasto a base di pesce all’interno della dieta settimanale.

Tuttavia, è evidente subiscano vari processi industriali prima di arrivare nel nostro piatto.

Questi, uniti alla presenza di ingredienti non sani come additivi chimici e aromi, rendono i bastoncini di pesce un alimento non molto sano, il cui consumo andrebbe evitato o almeno limitato.

Per non parlare poi della questione etica e ambientale che concerne l’origine del pesce che finisce dentro i nostri bastoncini, e le informazioni non sempre chiare presenti in etichetta.

In nostro aiuto, i ricercatori della rivista tedesca Öko-Test hanno condotto un’indagine su un campione di prodotti in vendita nei supermercati per capire quali siano i migliori bastoncini sul mercato.

Particolare attenzione, oltre che alla salubrità dei prodotti e alle informazioni contenute in etichetta, è stata data alla filiera produttiva e all’origine del pescato, che arriva troppo spesso da pratiche ittiche insostenibili e incompatibili con uno stile di vita improntato alla tutela dell’ambiente.

I ricercatori tedeschi hanno selezionato un campione di 19 marchi di bastoncini di pesce appartenente a varie specie ittiche:

15 referenze erano realizzate con merluzzo “Pollock” dell’Alaska

2 referenze con merluzzo giallo

1 campione con merluzzo

1 campione con nasello del Pacifico.

Le analisi laboratoriali hanno indagato, innanzitutto, la presenza di sostanze grasse, metalli pesanti problematici, componenti di oli minerali e clorati.

Si è indagata, inoltre, l’eventuale presenza di composti perfluoroalchilici (PFAS): si tratta di sostanze chimiche che non si degradano nell’ambiente, ma si accumulano negli alimenti e nel nostro organismo, favorendo lo sviluppo di patologie.

Infine, un laboratorio ha controllato la presenza di ossa, nematodi, listeria patogena e ha effettuato la conta batterica totale presente nei campioni.

I risultati

Purtroppo, la maggior parte dei campioni analizzati (11 su 19) conteneva quantità eccessive di sostanze grasse nocive – in particolare, di acidi grassi 3-MCPD e degli esteri glicidilici degli acidi grassi: anche se non ancora vietate, le evidenze scientifiche confermano che queste sostanze sono potenzialmente cancerogene.

Se pensiamo che i bastoncini di pesce finiscono soprattutto nei piatti dei nostri bambini, la presenza di sostanze così pericolose in questi alimenti non è da sottovalutare. Come scrivono gli esperti di Öko-Test:

L’EFSA ha fissato una dose massima giornaliera di 3-MCPD: un bambino di 30 chili consumerebbe più della metà dei prodotti da noi criticati con soli cinque bastoncini di pesce contaminati.

Nessuno dei prodotti analizzati entusiasma gli autori dell’indagine, e i prodotti ritenuti migliori ottengono solo un giudizio “buono”: fra questi vi sono quelli prodotti da Frosta, Iglo (Findus) e Ocean Sea (Lidl).

Nel prossimo articolo esamineremo l’insostenibilità dei simpatici bastoncini fritti di pesce.

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