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Ambiente & Società

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I dati parlano chiaro: il febbraio 2025 è stato il terzo più caldo mai registrato a livello globale. Secondo il servizio europeo Copernicus, la temperatura media globale ha superato di 1,59°C la media preindustriale del 1850-1900. Questo dato non è isolato, ma si inserisce in una tendenza allarmante che vede temperature in costante aumento da decenni. L’inverno boreale 2024/2025 è stato il secondo più caldo della storia, con temperature appena inferiori al record stabilito l’anno precedente.

Superamento della soglia critica di 1,5°C

Per il diciannovesimo mese su venti, la temperatura media globale ha superato il limite di 1,5°C sopra la media preindustriale. Questo valore rappresenta una soglia simbolica e scientifica stabilita dall’Accordo di Parigi del 2015, che mira a contenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C, con un massimo di 1,5°C. Il continuo superamento di questo limite evidenzia come il pianeta sia già in una fase di riscaldamento avanzato con conseguenze imprevedibili. In Europa, febbraio 2025 ha mostrato un andamento termico fortemente variabile. L’Europa settentrionale e sudoccidentale hanno registrato temperature superiori alla media, con anomalie particolarmente marcate in Fennoscandia, sull’arcipelago delle Svalbard, in Islanda e sulle Alpi. Al contrario, l’Europa orientale ha visto temperature inferiori alla media, dimostrando che il cambiamento climatico non si manifesta ovunque nello stesso modo.

Temperature record nel mondo

Fuori dall’Europa, l’aumento delle temperature ha colpito soprattutto l’Artico, con il Polo Nord, il Canada e la Siberia tra le aree più colpite. In India, il febbraio 2025 è stato il più caldo mai registrato dal 1901, mentre in Sud America anomalie termiche significative hanno interessato il Cile settentrionale e l’Argentina. Anche l’Australia occidentale, il sud-ovest degli Stati Uniti e il Messico hanno sperimentato temperature ben superiori alla norma. La temperatura media globale dell’inverno boreale 2024/2025 si è attestata a 0,73°C sopra la media 1991-2020, risultando il secondo inverno più caldo mai registrato. Le temperature europee sono state superiori alla media nella maggior parte del continente, con anomalie più marcate nel nord-est dell’Europa, sulle Alpi e attorno al Mare Adriatico. Fuori dall’Europa, il riscaldamento ha colpito soprattutto le regioni artiche e subartiche del Nord America e della Russia, con Alaska, Quebec e Siberia centrale tra le aree più calde.

Svizzera: un febbraio e un inverno insolitamente miti

Anche la Svizzera ha registrato temperature significativamente superiori alla media. A febbraio, la temperatura media nazionale è stata di 0,0°C, con un’anomalia positiva di 1,9°C rispetto alla norma 1991-2020. Al di sopra dei 1000 metri, il riscaldamento è stato ancora più marcato, con valori superiori fino a 3°C rispetto alla media. L’inverno 2024/2025 si è rivelato il nono più caldo della storia svizzera dal 1864, con un’anomalia di +1,3°C rispetto alla media.

Un trend inarrestabile?

I dati relativi a febbraio 2025 e all’inverno boreale 2024/2025 confermano che il pianeta sta vivendo una fase di riscaldamento accelerato. Se il trend non verrà invertito con azioni concrete per la riduzione delle emissioni di gas serra, fenomeni climatici estremi e alterazioni degli ecosistemi diventeranno sempre più frequenti e intensi. Il superamento costante della soglia di 1,5°C impone una riflessione urgente sulle misure necessarie per limitare gli effetti di un cambiamento climatico che appare sempre più fuori controllo.

Riccardo Pallotta©

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