Image default
Ambiente & Società

La tribù Yurok riabbraccia la sua terra: il più grande progetto Land Back della California

Con la restituzione di 189 chilometri quadrati lungo il fiume Klamath, la tribù Yurok ha dato vita al più ampio progetto Land Back mai realizzato in California. È una svolta epocale per una delle comunità native più numerose dello Stato, alla quale fu sottratto oltre il 90% del territorio durante la corsa all’oro nell’Ottocento. Oggi, grazie a un accordo senza precedenti con la Western Rivers Conservancy, quella terra torna a vivere e a parlare la lingua della rigenerazione, della cultura e della dignità.

Un ritorno alla terra, un passo verso la guarigione ecologica

Il territorio riconsegnato si estende lungo il bacino del fiume Klamath, uno degli ecosistemi più ricchi ma anche più vulnerabili della California settentrionale. La creazione del Blue Creek Salmon Sanctuary e della foresta comunitaria tribale Yurok segna l’inizio di una nuova fase: non solo conservazione ambientale, ma anche rinascita spirituale. Per gli Yurok, quel luogo è il cuore del loro popolo. Riappropriarsene significa ripristinare un equilibrio millenario interrotto dalla colonizzazione e dallo sfruttamento. Ora che le terre sono tornate in mani indigene, la tribù ha lanciato un programma ambizioso di rigenerazione ecologica. Le pratiche sono radicate nella tradizione: dalla combustione controllata alla rimozione delle specie invasive, dalla riforestazione alla cura delle praterie. Questo approccio olistico, basato su saperi tramandati oralmente per generazioni, è oggi riconosciuto come uno dei più efficaci nella tutela della biodiversità e nella resilienza agli effetti del cambiamento climatico. La gestione della foresta sarà affiancata anche da interventi di inclusione sociale, generando lavoro e formazione per i circa 5.000 membri della comunità.

‘O Rew: un nuovo accesso alle sequoie, un ponte tra culture e salmoni

Parallelamente, nel 2026 la tribù entrerà in possesso di altri 50 ettari nei pressi di Orick, in un’area che rappresenterà la nuova porta d’accesso ai parchi nazionali e statali di Redwood. Lì nascerà un centro culturale e naturalistico chiamato ‘O Rew, che ospiterà case tradizionali Yurok, manufatti restituiti da musei e università, sentieri didattici e spazi per il dialogo interculturale. Si tratta di una prima assoluta: la tribù collaborerà direttamente con il National Park Service per la gestione del territorio, invertendo la logica coloniale della conservazione “senza i nativi”. Da anni, gli Yurok lavorano al ripristino dell’habitat del salmone, simbolo della loro cultura. La rimozione di infrastrutture obsolete, il reindirizzamento dei corsi d’acqua e la piantumazione di oltre 50.000 essenze autoctone stanno riportando vita a Prairie Creek, dove tornano già migliaia di salmoni coho e chinook, trote iridee, rane e uccelli acquatici. L’intervento si inserisce in un impegno più ampio: la tribù sta guidando il più grande progetto di rimozione di dighe nella storia degli Stati Uniti, per restituire continuità ecologica al fiume Klamath.

Il movimento Land Back: riparare la terra, ricostruire comunità Quello degli Yurok è parte di un movimento più ampio, noto come Land Back, che sta ridisegnando il rapporto tra Stati Uniti e popoli nativi. Negli ultimi dieci anni, oltre 12.000 chilometri quadrati di terre sono stati restituiti in 15 Stati. Ma il caso californiano si distingue per l’ampiezza del progetto, la qualità dell’ecosistema e la profondità culturale dell’intervento. Per la tribù Yurok, si tratta non solo di un risarcimento simbolico, ma di un’opportunità per tornare a essere custodi attivi del proprio territorio, attraverso un modello di sviluppo rispettoso dell’ambiente e della storia. Il ritorno della terra non cancella le ferite, ma apre una strada. “Guarire la foresta significa guarire anche noi stessi”, ha dichiarato Tiana Williams-Clausen, a capo del dipartimento fauna selvatica della tribù. Il processo sarà lungo e complesso, e richiederà anni di impegno, ma la visione è chiara: trasformare una ferita storica in una fonte di vita, resilienza e futuro condiviso.

By Riccardo Pallotta

Altri articoli