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Arte & Cultura

Avatar – il sequel, un western marino

Attesa per l’arrivo del sequel di Avatar in Italia il 14 dicembre, anche in 3d, in 1200 sale, indice di quanto gli esercenti contino su incassi che diano una svolta a una situazione ancora di stallo per il settore. Il sequel debutta negli Usa il 16 dicembre, con previsioni al botteghino americano di 150 milioni di dollari nel primo weekend.

Un western fantascientifico e ‘marino’ immersivo e totalizzante, tra spiritualità e viaggio fra i generi, nel quale gli invasori restano gli umaniche per lasciare una Terra ormai morente, hanno bisogno di un nuovo pianeta, dove però vanno ‘tranquillizzati’ gli indigeni’.

E’ l’universo del quale ci riapre le porte James Cameron in Avatar – La via dell’acqua, primo attesissimo sequel di Avatar (2009), il più grande successo cinematografico di sempre, in arrivo con Walt Disney Company 

Dovrebbero seguire altri tre sequel, sempre in base al successo de ‘La via delll’acqua’ (il terzo, già quasi pronto, costato 350 milioni di dollari, potrebbe uscire nel 2024), puntando sempre su una realizzazione all’avanguardia nelle tecniche di realizzazione e tecnologie, dal 3d alla performance capture, spesso reinventati dallo stesso regista.

Cameron si riallaccia ad altri capisaldi del suo cinema come The Abyss, Titanic passando per Terminator.
Fil rouge il costante messaggio ambientalista, con un forte senso di speranza nelle nuove generazioni, più una particolare attenzione ad arricchire la sua già impressionante gallerie di donne forti (in maniere diverse), di tutte le età.

 “E’ importante per un sequel onorare ciò che il pubblico ha amato dell’esperienza la prima volta – ha spiegato Cameron – ma bisogna anche fargli perdere l’equilibrio, proponendo ciò che non si aspetta e qui ci sono molte sorprese nella storia”.

Per ora il regista ha conquistato buona parte dei critici americani, contro una minoranza che reputa il sequel una ripetizione su scala più epica del primo film e ha tra gli ammiratori un collega come Guillermo del Toro, secondo il quale in La via dell’acqua vediamo “un maestro all’apice delle sue capacità”.

Buona visione!

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