Anna Castiglia è una delle voci femminili più promettenti del panorama italiano.
Questa storia inizia con una bambina, di quinta elementare, che per il compleanno della sua migliore amica, decide di regalare una canzone. Una canzone sull’amicizia. Un anno prima, l’artefice di questo particolare dono, aveva iniziato a suonare chitarra classica, innamorandosi dell’aspetto più ludico e creativo dello strumento, piuttosto che della rigida disciplina didattica. A 16 anni scrive un’altra canzone, questa volta da regalare alla madre. In mezzo aveva composto altri brani, traducendo in parole le emozioni filtrate dalla sua giovane mente siciliana. Parliamo di Anna Castiglia, nata a Catania nel 1998, una delle cantanti italiane più promettenti nel panorama nazionale, capace di esprimersi, già poco più che ventenne, con una prosodia esclusiva. Da artista capace di far propria la dottrina della quantità sillabica e, in generale, del ritmo poetico delle canzoni, scritte da lei stessa. Infatti parliamo di una cantautrice, che arriva sì dalle esperienze delle “cover” giovanili, ma che ha sempre avuto il gran desiderio di presentare davanti ad un pubblico le proprie, di canzoni. E, quando a 18 anni lascia la sua Catania per trasferirsi al nord (come si fa a non pensare a Gerardina Trovato del 1993, attraverso un déjà vu da brividi) trova il modo di essere cantautrice (e non più interprete del lavoro di altri) a tempo pieno.
Approda a Torino, con in tasca il diploma del Liceo Linguistico catanese “Principe Umberto di Savoia” … e tanti sogni. Che riesce a canalizzare molto bene tra l’iscrizione alla scuola di Musical e le esibizioni (proponendo i propri brani) nei locali della città sabauda.
Poi si trasferisce a Milano, per frequentare (canto) al Conservatorio “Verdi”, ma, nel settembre del 2024, è anche la volta dell’uscita dell’album “Mi piace”, contenente dodici tracce, tra cui il brano che dà il nome al disco, “perchè piacere a tutti i costi, la musica è un cono, ha tanti gusti, qualcuno apprezzerà la mia specialità, ma prima dovrà piacere a me”, per passare a “Participio presente”, dove la Castiglia sembra un po’ dire a se stessa, “che pesante, sei troppo critica, per monetizzare devi fare un po’ la stupida” e il brano “Ghali”, con cui ha vinto la rassegna “Musicultura” dell’anno scorso. “Ghali”, che tira in ballo (ironicamente ma nenache troppo) il nome del rapper milanese di origini tunisine, passando dall’autodenunciarsi con, “sono una vittima eclettica e non escludo la politica e la musica, assogettata dagli errori della fisica, vivo passivamente la mia attività”, alla conclusione, (ironica ma non troppoo) “ho fatto cambiamenti radicali, adesso il mio modello è Ghali”. Qui troviamo la straordinaria capacità dell’artista catanese di “suonare” vocalmente “Libertango” di Astor Piazzolla, ovvero il brano che il compositore sudamericano scrisse due anni prima del colpo di stato militare in Argentina, come elevazione del Tango alla massima espressione del concetto di Libertà. Poi soffocata dal sanguinario regime di Jorge Rafael Videla.
Ma prima del disco, per Anna Castiglia c’è stata pure l’esperienza a X Factor, dove la cantautrice, pur riscuotendo grande successo tra il pubblico, veniva “bloccata” da Morgan negli home visit. Correva l’anno 2023. In molti hanno definito la Castiglia la “nuova Carmen Consoli”, soprattutto per le origini siciliane: in realtà, ascolatndo le sue canzoni, la sentiamo vicina a Teresa De Sio, nel brano “U Mari”, a Margherita Vicario (nella canzone “Le chiese sono chiuse” interpretata con “I Patagarri”), alla fresca e ironica Ornella Vanoni degli anni settanta (in “Mi piace”) piuttosto che al più bravo giocoliere di parole italiano degli ultimi venticinque anni, Daniele Silvestri (in “Participio presente”).
Quando a X Factor interpretò “Un tempo piccolo”, capolavoro di Franco Califano, è riuscita nell’ardua impresa di dimostrare quanto fosse una canzone che le calzava a pennello; forse questo è uno dei complimenti più eloquenti che si possano rivolgere a questa artista.
by Fabio Buffa