Nel cuore dell’entroterra marchigiano, il piccolo borgo di Castignano, con i suoi 2.500 anni di storia, sta portando avanti un’importante battaglia per la tutela della biodiversità e il rilancio economico delle aree interne. Un esempio concreto di questa rinascita è rappresentato dal Presidio Slow Food dell’anice verde, una coltivazione che stava scomparendo e che, grazie a un lungo percorso di ricerca e valorizzazione, oggi rappresenta un’opportunità unica per il territorio.
L’alimentazione come motore della vita
L’importanza dell’alimentazione va ben oltre il semplice bisogno quotidiano di nutrirsi: essa rappresenta la base della nostra salute e del nostro benessere. L’anice verde di Castignano, un tempo utilizzato quasi esclusivamente nella liquoristica, ha oggi trovato nuove applicazioni nella gastronomia, arricchendo ricette dolci e salate e diventando simbolo di una produzione agricola sostenibile e di alta qualità. Questo percorso di riscoperta è stato reso possibile grazie all’impegno di produttori locali, dell’amministrazione comunale e della comunità scientifica, che ha avviato studi approfonditi su questa varietà.
Un’opportunità per il futuro
Castignano e il suo anice verde rappresentano un esempio di come il recupero delle tradizioni possa trasformarsi in una leva di sviluppo. In un mondo dominato dalle colture estensive e da una competizione globale sempre più accesa, puntare su un prodotto di nicchia, con caratteristiche uniche e un legame forte con il territorio, offre ai giovani un’alternativa concreta per rimanere e investire nelle proprie terre. A differenza dei grandi cereali come mais e frumento, che richiedono estensioni di terreno difficili da trovare nelle Marche e una competizione impossibile con i mercati internazionali, l’anice verde si colloca in un segmento di mercato con pochissima concorrenza. La sua coltivazione, inoltre, si sposa perfettamente con le pratiche dell’agroecologia, favorendo un’agricoltura più sostenibile e in armonia con l’ambiente.
Eventi e tradizioni
Oltre alla valorizzazione dell’anice verde, Castignano si distingue per la sua vivacità culturale e turistica. Due eventi, in particolare, attraggono visitatori da tutta Italia: il Templaria Festival, che ogni anno ad agosto richiama circa 15.000 persone, stando a quanto dichiara lo stesso sindaco della cittadina, con una rievocazione storica dedicata ai Templari, e la Sonata dei Moccoletti, una tradizione carnevalesca dalle radici antiche che affonda le sue origini nella Roma papalina del XIII secolo. Questi appuntamenti contribuiscono a rafforzare l’identità del borgo e a renderlo una meta interessante per il turismo esperienziale.
La sfida dei finanziamenti
Nonostante il valore storico, culturale ed economico dell’anice verde, la sua coltivazione purtroppo non riceve il sostegno economico adeguato. I contributi regionali per le coltivazioni particolari sono esigui, intorno ai 300 euro per ettaro, e al momento non esistono incentivi specifici per il presidio Slow Food. Per questo motivo, nel settembre 2024 è stato organizzato un convegno in collaborazione con Slow Food, la Regione Marche e l’AMAP, con l’obiettivo di individuare strategie per incentivare e sostenere la coltivazione di queste biodiversità uniche.
Un legame antico con la terra
L’anice verde ha da sempre avuto un ruolo centrale nella vita contadina. In passato, gli agricoltori lo coltivavano non solo per uso alimentare, ma anche per le sue proprietà digestive: veniva somministrato agli animali da lavoro per aiutarli a ruminare. Con l’avvento dell’agricoltura industriale, la sua coltivazione è stata progressivamente abbandonata, fino quasi a scomparire. Oggi, grazie all’impegno di chi ha creduto in questo progetto, l’anice verde di Castignano è tornato a essere un simbolo di identità territoriale e una risorsa per il futuro. Il Presidio Slow Food garantisce il rispetto di un rigoroso disciplinare, volto a proteggere e promuovere piccole produzioni locali che rischiano l’estinzione. La sfida è ora quella di continuare a investire sulla qualità e sulla sostenibilità, per fare dell’anice verde non solo un prodotto d’eccellenza, ma anche un’opportunità economica per le nuove generazioni.
Riccardo Pallotta©