Prosciutto di Modena DOP: diminuiscono produzione ed esportazioni

È stata riconfermata alla Presidenza del Consorzio Giorgia Vitali che preannuncia nuove modifiche al disciplinare di produzione e la ripresa della promozione all’estero. I prosciutti marchiati sono stati circa 67.000, in calo del 2%, mentre le cosce avviate alla produzione sono state circa 60.000, in diminuzione del 15% rispetto all’anno precedente.

Economia: calano esportazioni e produzione del Prosciutto di Modena DOP.
I prosciutti marchiati sono stati circa 67.000, in calo del 2%, mentre le cosce avviate alla produzione sono state circa 60.000, in diminuzione del 15% rispetto all’anno precedente.
La situazione economica consente di analizzare il mercato, per mettere in campo strategie di valorizzazione del Prosciutto di Modena DOP, al fine di aumentare le esportazioni e la produzione.

Analisi del settore
Il quadro economico emerge dai dati elaborati dal Consorzio del Prosciutto di Modena.
Le vendite hanno subìto i contraccolpi della pandemia – si legge nel documento – con un fatturato 2020 di circa 5.000.000 di euro in calo del 12% rispetto all’anno precedente. L’andamento negativo è da ascriversi principalmente al blocco del canale HoReCa per buona parte dell’anno, che ha comportato un calo in media del 35%. Molto meglio, con un calo del 2%, la performance del canale GDO dove il Prosciutto di Modena è presente prevalentemente con il formato vendita dell’affettato che, con circa 630.000 vaschette, si è mantenuto pressoché stabile. C’è da registrare anche il calo dell’export che rappresenta l’8% del fatturato, con una riduzione in media, sia nei Paesi UE che in USA, del 30%. Per quello che riguarda una classifica dei Paesi dove il prosciutto di Modena è maggiormente esportato troviamo, nell’ordine, in Europa: Francia, Germania, Spagna e Portogallo; mentre il principale Paese extra UE restano gli Stati Uniti d’America, che, con una quota del 57% dell’export, si confermano come primo mercato di destinazione, seguito dai paesi UE col restante 43%”.

Francesco Fravolini

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