Piano per l’Infanzia: in primo piano l’educazione dei bambini

Un nuovo Piano per l’infanzia, anzi IL Piano dedicato all’infanzia. Un tema di cui molti hanno parlato, in particolar modo genitori, insegnanti ed educatori, ovvero quella fascia di popolazione che con il rientro alla fase 2, quindi ai rispettivi posti di lavoro, si è chiesta cosa sarebbe stato dei loro bambini, cosa avrebbero fatto durante l’intera giornata a casa, con chi l’avrebbero trascorsa, senza le loro insegnanti, senza quegli educatori che li avevano accompagnati fino ai primi giorni di marzo e senza i loro compagni. Dopo la creazione di petizioni e comitati proprio in favore di una riapertura, ecco comparire un bagliore di speranza: il nuovo Piano pensato dal Dipartimento della Famiglia del ministro Elena Bonetti, in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti, che mira proprio a tutelare le fasce pià piccole, in particolar modo garantendo loro il diritto alla socialità. Elena Bonetti insieme ad un tavolo tecnico composto da più soggetti, tra cui anche il Miur, l’Anci, diversi pediatri e Regioni, hanno stilato un progetto che è già stato presentato nell’attesa di essere approvato.

Tre sono gli aspetti fondamentali del Piano: in primo luogo la riapertura dei parchi e dei giardini pubblici, i quali saranno accessibili anche ai bambini sotto i 3 anni naturalmente accompagnati da un genitore; in secondo luogo, riferendoci ai bambini sopra ai 3 anni, nei parchi sarà possibile organizzare delle attività proprio per loro nei luoghi aperti, come i parchi o le fattorie didattiche e altri luoghi analoghi, sempre seguiti da un educatore; e infine, ma non per importanza, la riapertura dei centri estivi e degli asili per la fascia 0-6 anni con apposite attività ludiche.

Qualora il Piano venisse approvato, allora dal 18 maggio e per tutto il corso dell’estate sarà possibile svolgere le attività educative nei luoghi all’aperto. Sarà compito dei gestori dei parchi o di altri luoghi analoghi, basta semplicemente il cortile di un condominio, oppure di organizzatori del terzo settore, attivare queste attività. A prescindere comunque dal luogo o da chi deciderà di mettere a disposizione un giardino o un cortile, ci dovranno essere delle regole ferree: dunque un numero limitato di partecipanti fissi per ogni educatore presente, anche per monitorare ed eventualmente isolare un possibile contagio. Invece per quanto riguarda i centri estivi, tra scuole, asili, ludoteche e anche in questo caso altri spazi simili, non solo dovranno essere allestite più postazioni per lavarsi le mani, ma soprattutto ogni bambino dovrà essere munito di certificato medico e l’annessa misurazione della temperatura da parte degli insegnanti o degli operatori addetti alle attività. Infine, la priorità sarà data a tutte quelle famiglie i cui genitori sono necessariamente tornati al lavoro lasciando i figli soli, i nuclei monoparentali o chi si trova in condizioni di fragilità.

Giulia Baldini

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