La Nasa permetterà l’accesso alla Stazione Spaziale Internazionale anche ai privati

La Nasa ha deciso di aprire ai privati, a partire dal 2020, la Stazione Spaziale Internazionale. Tutti i privati cittadini abbastanza facoltosi potranno salire sulla ISS. Un’idea molto futuristica, spinta anche dallo scopo della Nasa di riuscire a trovare altri fondi per finanziare le attività di esplorazione spaziale e di ricerca in generale di cui si occupa.

Per adesso l’idea è ancora embrionale, quindi non si hanno molte informazioni. Non si sa, ad esempio, che cosa potranno fare le persone una volta raggiunta la stazione spaziale Internazionale, ma pare che le attività da poter fare sulla ISS cambieranno di volta in volta.

Quello che per adesso è certo, almeno, è che chi si comprerà la possibilità di andare sull’ISS rimarrà sulla Stazione Spaziale Internazionale per diversi giorni. Il che apre anche a molte possibilità cinematografiche e pubblicitarie senza dubbio. Ed è anche certo che sarà solamente la Nasa ad occuparsi dei tour e dei turisti.

Uno dei pericoli, per le quali la Nasa dovrà prendere provvedimenti di sicurezza, sarà il fatto che i turisti possano interferire con le attività di ricerca effettuate sulla stazione Spaziale Internazionale. Questa sarà una delle prime cose da evitare, anche perché la sono presenti anche altre agenzie spaziali internazionali come la canadese CSA-ASC, la russa Roscomos, l’europea ESA e la giapponese JAXA.

Il costo del viaggio si aggirerà intorno ai 10 milioni di dollari, e questo solo per raggiungerla, senza i costi di soggiorno, che in giorni saranno al massimo 30. Chiunque vada lì dovrà pagare, oltretutto, per tutto quello che gli serve per vivere o che vuole (cibo, medicinali, sistemi di supporto, comunicazione etc.), e significa, secondo i calcoli, un costo ulteriore di 30.000 dollari al giorno. Di conseguenza, un viaggio di 30 giorni verrebbe a costare circa 12-15 milioni di dollari.

Ci sono anche altri limiti: il peso trasportabile sull’ISS e il numero di viaggi privati, per ora al massimo due all’anno.

Domenico Attianese

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