L’espressività dei cani, uno studio si occupa della sua origine

La comunicazione interspecie ha favorito nel migliore amico dell’uomo una spiccata capacità di controllo dei muscoli facciali.

La vicinanza del cane all’uomo è iniziata migliaia di anni fa. In principio la si riconduceva al periodo neolitico, quello in cui l’uomo ha operato la domesticazione delle specie selvatiche per fini funzionali, ma in un secondo momento, grazie a prove scientifiche, la si è fatta ricadere in un periodo ancora anteriore, quando la popolazione umana viveva solo di caccia e raccolta. In questa epoca remota i lupi meno abili nella caccia hanno iniziato a seguire i gruppi umani nomadi per cibarsi dei loro avanzi come animali spazzini: si è venuto così a creare un rapporto simbiotico tra le due specie che perdura tutt’ora ed è divenuto sempre più intenso. L’uomo ha imparato sempre più a relazionarsi con il cane e questo, a sua volta, è divenuto sempre più abile a capirlo e farsi intendere da lui. La vicinanza uomo-cane ha determinato un cambiamento di sensibilità in entrambe le specie e nei cani ha portato a sviluppare una capacità espressiva non posseduta in passato. Molte persone riconoscono, infatti, nel volto del loro più fedele amico espressioni tipicamente umane. A riguardo un gruppo di ricercatori ha pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” l’esito di uno studio compiuto su lupi e cani volto a confrontare tra le due specie la capacità di movimento dei muscoli facciali. L’analisi indica che la capacità espressiva dei cani è nettamente superiore rispetto quella dei lupi, perché nei primi sono più sviluppati dei muscoli specifici per questo fine. Questa caratteristica pare sia stata da un lato autonomamente sviluppata dai cani nel corso dei millenni e dall’altra sia stata stimolata dall’uomo attraverso un processo di selezione progressiva degli esemplari più espressivi da avere al proprio fianco, garantendo così una migliore comunicazione interspecie. L’espressività dei cani non è dunque più una “suggestione” dei loro proprietari, ma qualcosa di concreto e scientificamente provato.

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Glenda Oddi

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