LA VERA RAGIONE DEL PECCATO DI ADAMO ED EVA

ovvero

TUTTO QUELLO CHE NON SAPEVAMO SUI FRUTTI CLIMATERICI

Sin dall’alba dei tempi, incombe su di noi, un fagotto chiamato peccato originale. Ma ciò che non sappiamo, è questo peccato cela al suo interno, un altro peccato ancora più grande.

Facciamo il punto della situazione: Dio aveva appena portato a compimento la Sua creazione, forgiando il mondo con astri, giorni e notti, stagioni e anni, piante e animali e per l’appunto, Adamo ed Eva chiedendo loro di essere fruttiferi e moltiplicarsi, di nutrirsi liberamente dei frutti fatta eccezione per l’albero della conoscenza del bene e del male1. Il nostro “non sedersi” dotato di lungimirante potere deterrente. E infatti Eva si lascia persuadere dal serpente a cogliere il presunto frutto e mangiarlo con Adamo.

I nostri cari due antenati hanno commesso un peccato più grande del peccato originale stesso: non si sono informati né hanno letto questo articolo o simili, se non migliori.

Se si fossero documentati su questo o altri canali, avrebbero saputo che la famigerata mela può essere colta ancora acerba, per poi maturare a proprio piacimento ed essere addentata in momenti più propizi, magari quando i tempi sarebbero cambiati e con l’arrivo della Apple®, nessuno avrebbe più potuto sapere chi ha morso quella mela luminosa. Magari Dio ci si sarebbe appassionato, ora saremmo tutti privi non di uno ma di ben due peccati, e Steve Jobs ci farebbe anche uno sconto.

Sì, la mela poteva bloccare propria maturazione o proseguirla.
Stiamo parlando dei cosiddetti frutti climaterici [Klimax dal gr., grado, scalino, passaggio di stato], frutti intelligentissimi e proiettati nel futuro, capaci di proseguire la propria maturazione anche dopo essere stati raccolti. Questa loro peculiarità, deriva dal fatto che questi questi frutti producano etilene2. La produzione di etilene si riduce transitoriamente col distacco del frutto (minimo climaterico) per poi aumentare portando al picco climaterico, con la maturazione. Il meccanismo d’azione è il seguente: l’etilene stimola l’idrolisi dell’amido accumulato durante la fase di accrescimento, e lo spezzetta nei mattoncini che lo costituiscono, ossia zuccheri solubili (monosaccaridi come glucosio e fruttosio, e disaccaridi come il saccarosio, comune zucchero di cucina).

Possiamo fare noi stessi un esperimento decisamente sorprendente, che riproduce quanto accade durante la maturazione nel frutto.

Sapevamo che il pane è sempre dolce? Bisogna solo dargli del tempo. Mettiamo quindi in bocca un pezzo di pane, lasciandolo per trenta secondi a contatto con la nostra saliva. La saliva infatti contiene un enzima, l’amilasi salivare (esiste anche quella pancreatica) che, come l’etilene, idrolizza (cioè taglia) l’amido del pane nelle sue unità di base, cioè mono- e di-saccaridi. Nel momento in cui questi zuccheri semplici saranno rilasciati, arriveranno sulle papille gustative della lingue e ne percepiremo il loro sapore dolce. E’ esattamente la stessa cosa che avviene nel frutto che così più matura, più amido viene scomposto e più zuccheri rilascia, diventando dolce.

Potremo apprezzare l’accumulo di di zuccheri anche senza assaggiare il frutto, solo vedendone il colore della buccia e della polpa virare al giallo o marrone, indice  quindi di maturazione.

Tra i frutti climaterici, vi sono: banane, pesche, mele, pere, kiwi, kaki, angurie, albicocche, meloni, fico, manghi, susine, papaya, avocado ecc. Questi possono essere raccolti anche non maturi perché completano autonomamente la loro maturazione. L’accortezza è di non conservarli nel frigo perché sono specie dal clima caldo, e le basse temperature ne bloccano in maniera irreversibile la maturazione. Quindi una volta messi in frigo, cesseranno per sempre di maturare, anche qualora dovessimo toglierli nuovamente dal frigo. Quindi il frigo è sempre sconsigliato per questo tipo di frutti, con l’unica eccezione di frutti climaterici che hanno già raggiunto il loro punto ottimale di maturazione, ma che vogliamo conservare per qualche altro giorno prima di consumare: riponendo in frigo il frutto maturo, questo cesserà di maturare e quindi non deperirà. Si badi bene però a consumarlo subito dopo che lo si toglie dal frigo per evitarne il rammollimento.

Invece, i frutti aclimaterici, che invece non maturano dopo la raccolta sono gli Agrumi (limoni, arance), mirtilli, more, lamponi, fragole, ciliegie, uva, ananas, melograni. Sarebbe quindi meglio non acquistare questi frutti se ancora acerbi. Questi pure producono etilene ma deperisce solo la buccia e non porta a maturazione la polpa.

Insomma, Adamo ed Eva sembrano così simili a noi, persi per sempre, perché disinformati sul potere di una mela, ma tant’è, chi di noi non è a conoscenza di quanto tempo si cestina ogni volta che ci si perde tra i social per pura inerzia?  Eppure, se siete così pazienti e valenti da giungere sino a questo epilogo di articolo, avreste forse letto il foglietto delle istruzioni prima di addentare quella famigerata mela… e chissà che ne sarebbe stato del peccato.

Marino Ceci

Fonti Bibliografiche

[1]Genesi2.17http://www.vatican.va/archive/bible/genesis/documents/bible_genesis_it.html#Capitolo%2028             

[2] https://didattica-2000.archived.uniroma2.it//fisveg/deposito/etilene_08-09.pdf

Articoli simili

Decreto legislativo e decreto-legge

Turismo, il ruolo dell’accoglienza nel Friuli Venezia Giulia

CASA DOLCE CASA… O MOLTO DI PIU’?