LA STORIA DI SLAM JAM UNO DEI PIÙ INCISIVI BRAND DELLA STREET CULTURE

Luca Benini fonda nel 1989 SLAM JAM, per servire l’underground ancora prima che il termine streetwear esistesse.  Negli anni ha saputo reinventarsi da leader della street culture e società di distribuzione a vero e proprio punto di riferimento culturale.

La storia di SLAM JAM è tutta all’insegna di spirito imprenditoriale e umili inizi. Parte tutto da Voghiera, in provincia di Ferrara, nell’ Emilia orientale, nemmeno quattromila anime.

Un tranquillo centro dove il suo fondatore, Luca Benini coltivava la sua passione per le sottoculture.  Il suo interesse emerse dalla musica. Benini racconta come il punk in Italia, rispetto agli Stati Uniti e all’Inghilterra, fosse un’altra cosa. O come, nei primi anni ’80, molte band interessanti come CCCP con l’album “Fedeli Alla Linea” provarono a sviluppare la corrente di pensiero e di vita tipicamente punk, ma rimasero incompresi dalla massa ed il fenomeno musicale rimase un lifestyle di nicchia.

Luca Benini, influenzato dalla musica, nonché dall’estetica, dall’energia e dalla mentalità di quel periodo, iniziò a esplorare nuovi modi di diffondere e condividere questi entusiasmanti movimenti.

Nel 1986, l’uscita dell’album “Licensed to Ill” dei Beastie Boys fu per l’imprenditore una sorta di illuminazione, un vero ponte tra quello che era ed il futuro.

SLAM JAM agli esordi non era altro che un deposito, Luca Benini importava il merchandising dei Public Enemy, negli anni d’oro dell’hip hop.

Il punto di svolta fu l’acquisizione di STUSSY, proprio intorno alla metà degli anni ’90, brand nato a Laguna Beach nei primi anni 80, che resterà sempre un marchio iconico, padre dello streetwear, che allora rappresentava l’America dello skate e del surf. Le t-shirt con stampate le frasi delle canzoni, fu una loro idea.

SLAM JAM primo importatore italiano del marchio iniziò così a diffondere il concetto di streetwear. Oltre al brand STUSSY, Benini acquisì la distribuzione in esclusiva italiana di altri marchi americani: FRESHJIVE e CARHARTT. Quest’ultimo brand fu quello che diede la spinta all’azienda per sperimentare altre strade, la distribuzione di materiale per skate, scarpe, tavole e accessori vari.

Solo negli ultimi anni, NIKE entra a far parte di uno dei tre rami del core business, quando SLAM JAM  diventa unico distributore al mondo della linea sportwear.

SLAM JAM è nel tempo rimasta una realtà di provincia, con persone “ruspanti”, come ama definirla Giovanni De Marchi, direttore marketing della medesima, pur avendo ottenuto una grande visibilità mondiale.

Per questo nel 2006 viene riconfermata Ferrara come città idonea ad ospitare il quartier generale.

La sede viene realizzata con un grosso investimento, perché doveva raccontare la filosofia Slam, l’ambasciata della cultura street, un distributore di abbigliamento in primis, ma anche ombelico del mondo intorno al quale ruotano artisti, designer, skater, surfer ed amanti di uno stile ricercato e raffinato, al contempo informale e giocoso.

Negli anni l’azienda ha avuto un notevole sviluppo tanto da accreditarsi tra le 1000 PMI europee in crescita secondo il London Stock Exchange Group.

Per espandere ulteriormente gli orizzonti creativi, SLAM JAM nel 2017 dà vita allo SPAZIO MAIOCCHI di nel centro di Milano: uno splendido edificio di 1000 mq rinnovato e riconvertito dove arte, design e moda si fondono per delineare nuove esperienze culturali. Un contenitore interdisciplinare e aggregatore di idee, sede anche degli studi e degli spazi espositivi di KALEIDOSCOPE, una delle più riconosciute imprese milanesi per l’arte contemporanea.

SLAM JAM in questi 30 anni si è affermata con grande capacità, un’istituzione culturale riconosciuta a livello mondiale, un sigillo di approvazione applicato all’abbigliamento e ai beni che rappresentano le sottoculture urbane.

Marisa Paola Fontana

Foto:slamjam.com

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