La prima piattaforma del biologico italiano nel mondo

L’iniziativa è promossa da ICE e Federbio, a cura di Nomisma. «Riconoscimento del bio Made in Italy sui mercati internazionali testimoniato anche della crescita di lungo periodo (+149% rispetto al 2009) e dalla quota di export sul paniere Made in Italy (6% sull’export agroalimentare italiano totale)».

Nasce ITA.BIO, la prima piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico Made in Italy. È un’iniziativa per valorizzare i prodotti italiani e rilanciare l’economia del settore biologico. Conviene ricordare che l’Italia ha una grande potenzialità nel biologico non adeguatamente promossa e valorizzata. Gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più promettenti per il nostro Made in Italy.

Il ruolo dell’export

La performance dell’export bio è positiva, nonché superiore a quella registrata dall’export agroalimentare nel suo complesso. Scendiamo nel dettaglio leggendo i dati contenuti nell’indagine condotta dal Centro Studi Economici Nomisma. «Nel 2020 le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali hanno raggiunto 2,6 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita dell’8% rispetto all’anno precedente – crescita più accelerata rispetto all’export agroalimentare nel complesso (+4% registrata dall’export). Riconoscimento del bio Made in Italy sui mercati internazionali testimoniato anche della crescita di lungo periodo (+149% rispetto al 2009) e dalla quota di export sul paniere Made in Italy (6% sull’export agroalimentare italiano totale)».

I numeri strategici del bio in America

«Con 4,6 mld € di esportazioni F&B italiane nel 2019 (+11% rispetto al 2018) gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di destinazione del nostro agroalimentare. Forte l’interesse verso il bio: ne sono conferma i numeri del settore, tutti in crescita: 2 milioni di ettari coltivati secondo il metodo biologico nel 2018 (+14% rispetto al 2010) e 18.166 operatori nel comparto (+38% dal 2010 al 2018). Con un valore di quasi 45 miliardi di euro nel 2019 (+4,6% rispetto al 2018 e +158% sul 2010 – fonte: Organic Trade Agency – con una quota di vendite bio sul totale della spesa alimentare che sfiora il 6%), gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato al consumo per prodotti alimentari BIO (oltre il 40% delle vendite mondiali nel 2018). Alla base della crescita il maggior assortimento di prodotti a marchio bio nella grande distribuzione (5,8% l’incidenza del bio sul totale del carrello nel 2019, era solo 3,4% nel 2010), ma anche l’ampia consumer base, un diffuso interesse per il cibo salutare (65% dei consumatori scelgono avendo cura degli impatti del cibo sulla salute -– survey Nomisma) e per la salvaguardia dell’ambiente (il 25% dei consumatori la pandemia ha aumentare la consapevolezza dell’importanza di acquistare cibo rispettoso dell’ambiente – survey Nomisma)».

Francesco Fravolini

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