In Olanda stadi aperti ma con il “divieto di tifare”

Paese che vai, regole per i tifosi di calcio che trovi. A causa della pandemia di coronavirus degli ultimi due mesi in Italia si va avanti con le “porte chiuse” e gli stadi deserti. In Danimarca il Brondby ha deciso di concedere l’accesso allo stadio solamente a 500 tifosi, regolarmente distanziati sugli spalti in una sorta di scacchiere. In Serbia hanno deciso che non ci sono distanze sociali se si gioca il derby di Belgrado tra Stella Rossa e Partizan (e le altre partite). Ma la norma più strana, per ora, arriva dall’Olanda.

La Eredivisie 2019-2020  è stata sospesa e cancellata dalla Federazione calcistica dei Paesi Bassi il 24 aprile non assegnando il titolo. Tutto chiuso e arrivederci al 12 settembre quando partirà il nuovo campionato. Porte aperte a tutti i tifosi, ma con una bizzarra limitazione: “non si potrà né urlare né cantare”.

Per spiegare la strana regola è intervenuto addirittura Mark Rutte, il premier del Regno dei Paesi Bassi. “Se urli o canti rumorosamente, le possibilità di diffusione del virus sono molto alte”, ha detto Rutte. Il “divieto di tifare” non piacerà ai tifosi olandesi, noti per il calore e qualche intemperanza. Ma non è l’unica novità. La capienza degli stadi sarà ridotta a un terzo per assicurare il distanziamento sociale.

A.C.

Articoli simili

La Pasqua vincente di Elisa Longo Borghini al Fiandre

Perchè la Milano-Sanremo è la Milano-Sanremo

Sanità Pubblica: un bene comune da tutelare