È un cerchio che si chiude quello di Simon Yates. Otto anni fa, nel 2018 perse un Giro d’Italia che aveva in pugno sul Colle delle Finestre. Lo scorso 31 maggio lo scalatore britannico si è preso la rivincita sulla stessa salita piemontese, ribaltando a suo favore il Giro 2025.
È il suo secondo grande giro conquistato in carriera, dopo la Vuelta a España del 2018. Una vittoria (senza conquistare successi di tappa) con un’azione epica, che ricorda un po’ quella di Froome proprio nell’edizione 2018, persa da Yates proprio su quelle cime, ma anche per un gioco di squadra perfetto, a differenza delle tattiche rivali.
Si chiude così un Giro che non ha lesinato emozioni, prima negative per le molte cadute (ritiro subito per Landa, poi nel prosieguo anche Ciccone, Roglic e Ayuso tra i big, con Tiberi che resiste, ma fuori classifica) e una prima settimana poco spettacolare. Poi grazie a Del Toro (a un passo da clamoroso successo finale a 21 anni) e Carapaz, che hanno movimentato le tappe mosse e di montagna, si è assistito a uno dei Giri migliori degli ultimi anni, con un epilogo straordinario. Grande protagonista di questa edizione è stato anche Mads Pedersen: l’ex campione del mondo ha vinto quattro tappe, quelle più mosse con volate di gruppetto ristretto, e ha conquistato la Maglia ciclamino della Classifica a punti.
È arrivata un’unica vittoria di tappa, con Christian Scaroni, ma anche il Giro degli italiani non è stato male. Nonostante il ritiro di Ciccone e le botte subite da Tiberi, che lo hanno fatto uscire dalla TopTen, due italiani hanno chiuso tra i migliori 10: Domenico Caruso (38 anni) è quinto e Pellizzari (21 anni) chiude sesto. Inoltre Lorenzo Fortunato ha vinto la Classica scalatori, portando la maglia azzurra per quasi tutte le tappe.
Daniele Capello