Il Down dei Social Network: Quanto è democratica la rete?

Lunedì 4 ottobre 2021, dalle 17:30 circa, è accaduta una cosa che non era mai successa. Facebook, Instagram e WhatsApp sono andati in down, inaccessibili, e sono rimasti così per ore e ore, fino al mattino dopo. Una cosa mai successa prima d’ora. C’erano stati down, ma mai così lunghi.

A quanto pare, il problema ha riguardato un errore negli aggiornamenti dei border gateway protocol (BGP), necessari per l’indirizzamento del traffico degli utenti. In pratica: Io voglio collegarmi a Facebook, aprendo la pagina, il BGP mi portano al sito nel minor tempo possibile. Ma dal pomeriggio di lunedì 4 ottobre 2021, non hanno portato nessuno da nessuna parte.

Facebook, ovviamente, ha rilasciato una dichiarazione: “Il nostro team di ingegneri ha scoperto che dei cambi di configurazione dei router principali che coordinano il traffico tra i nostri data center, hanno provocato problemi che hanno interrotto le comunicazioni. Questa interruzione al traffico di rete ha avuto un effetto domino sul modo in cui i data center comunicano, e ha portato all’interruzione del servizio”.

Ma il problema, che non ha intaccato Twitter, ovviamente, porta a una seria riflessione su quanto siamo dipendenti da un ecosistema comunicativo, quasi ininfluente a livello pratico nella realtà e su quanto questi ecosistemi di comunicazione gratuiti siano davvero gratuiti e davvero democratici.

E non parliamo di democrazia del tipo “Io posso dire quello che voglio su Facebook”, no, ovviamente no. Ma del fatto che ci si costruisce una carriera sopra (Gli Influencer, al di là del giudizio), li si usa per lavoro (Market online, contatti, ecc.) o come diario per la propria vita.

E da un giorno all’altro, tutto può andare perduto, citando Blade Runner, come lacrime nella pioggia.

La domanda che dovremmo porci, quindi, è la seguente: Il nostro spazio social è davvero nostro? Possiamo davvero decidere noi quando usare i social che ormai sono diventati importanti come l’aria e l’acqua?

E la risposta, come abbiamo visto, è una sola: No.

Domenico Attianese

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