ultimamente si parla meno di Greta, quasi come fosse passata di moda
Sono passati sei anni e mezzo da quando Greta Thunberg per la prima volta si piazzò davanti al Parlamento svedese chiedendo alla politica istituzionale del proprio paese di legiferare a tutela dell’ambiente. Nel 2018, dal mese di agosto, fino alle elezioni che avvennero nel mese di settembre, Greta decise di “marinare” la scuola e, nell’orario in cui avrebbe dovuto essere in classe, si posizionò davanti alla principale sede istituzionale della Svezia con il cartello, “Skolstrejk för klimatet”, che significa, “Sciopero della scuola per il clima”.
Dopo le elezioni, Greta continuò, a protestare nella giornata del venerdì, ecco perchè il movimento giovanile internazionale, da lei ispirato, si chiama “Fridays for Future”. Allora, a chi le chiedeva dei contenuti di quel suo agire così originale, lei rispondeva che, “quella climatica è la più grande crisi che l’umanità si sia trovata ad affrontare, e se non facciamo niente ora, siamo rovinati. Da grande vorrò ripensare al passato e dire: da giovane ho fatto tutto ciò che potevo per sensibilizzare la gente ad un vivere con meno sprechi, senza inquinare” .
In breve tempo Greta Tintin Eleonora Ernman Thunberg (questo è il suo nome all’anagrafe), nata a Stoccolma il 3 gennaio 2003, è diventata una delle personalità più iconiche, nonchè popolari, a livello internazionale, ergendosi a paladina della difesa, anzi della salvezza, del pianeta.
Nel settembre 2019 l’attivista svedese ha aperto il Youth Climate Summit dell’ONU a New York, e nello stesso giorno i giovani di tutto il mondo sono scesi in piazza per una settimana di mobilitazioni globali. Due mesi dopo, Greta ha partecipato alla COP25 sul clima, tenutasi a Madrid, raggiungendo la città con mezzi di trasporto a basso impatto ambientale. Sono bastati questi due mesi di attivismo per far diventare la ragazzina svedese con le trecce e dalla giacca a vento gialla, un simbolo della mobilitaziuone giovanile contro l’inquinamento. Insomma, Greta Thunberg ha iniziato a diventare di moda. Inizialmente l’opinione pubblica vedeva questa giovane con simpatia, facendosi addolcire dai suoi grandi occhi azzurri, però, quando la Thunberg ha iniziato ad entrare nel merito delle scelte sul clima dei più influenti paesi del mondo, ecco che, in quattro e quattr’otto, è diventata un personaggio divisivo. Se il mondo progressista ha adottao lei, anzi, i suoi approcci, come il vademecum da seguire per abbattere l’inquinamento, quello conservatore ha iniziato a descriverla come una visionaria radical chic, la cui unica filosofia è il modo più conveniente per marinare la scuola.
Il popolo dei social ha poi contribuito a dividere ancora di più l’opinione pubblica: in molti, nell’intento di screditare lei e le sue idee, hanno sottolineato quanto la Sindrome di Asperger, di cui Greta è affetta, sia all’origine delle sue eccentriche modalità di protestare. Autorevoli organi d’informazione italiani dell’arcipelago conservatore, in articoli firmati da anziani giornalisti, giocando sul nome della ragazza, hanno soprannominato l’attivista “Gretina”, qualificando le sue attività per la sensibilizzazione della difesa del clima, come “gretinate”.
Il mondo progressista invece ha voluto ergerla ad esempio da seguire nelle lotte per la difesa del pianeta, favorendo il così detto “effetto Greta”.
Dopo il gran polverone internazionale attorno alla figura di questa giovane svedese, ecco che la ragazza sembra essere uscita dai radar dell’opinione pubblica, passando di moda, come un’indumento, un tormentone estivo oppure una “meteora” della TV.
Che fine ha fatto Greta Thumberg, dopo che alcuni anni fa le venivano assegnati premi e riconoscimenti come se piovesse? Cosa sta “combinando” ora, dopo che i cantautori la citavano nei brani e addirittura alcune specie animali vennero “battezzate” con il suo nome?
L’ultimo anno dell’attivista svedese è stato caratterizzato dagli arresti: lo scorso mese di aprile era stata arrestata all’ Aja, mentre con altri manifestanti stava bloccando un’autostrada, durante una manifestazione per il clima e per sensibilizzare gli stati ad abbandonare l’energia fossile. Stessa sorte le è toccata a Copenaghen, a Settembre, questa volta durante una manifestazione contro la guerra a Gaza e per la difesa delle prerogative palestinesi. Ad ottobre, a Bruxelles, fu portata via dalla Polizia, con la forza, sempre durante una kermesse di protesta per l’ambiente.
Certamente nell’ultimo anno e mezzo si sente parlare meno di lei, sembra quasi che, perfino i suoi arresti, non mettano più luce sulla sua figura. Al punto che ci chiediamo: l’ “effetto Greta” è davvero finito? Magari trascinato via dall’ “effetto Trump”.