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Addio alla centrale a carbone di Ibbenbüren per un futuro sostenibile

Domenica 6 aprile 2025, la centrale elettrica a carbone di Ibbenbüren è stata ufficialmente demolita. Alle 12:42, la gigantesca torre di raffreddamento alta 125 metri è crollata sotto gli occhi attenti di autorità, cittadini e tecnici. Poco prima, anche la sala caldaie, un colosso di 100 metri, era stata abbattuta con una demolizione controllata. L’intervento segna una svolta definitiva per la regione del Tecklenburger Land: la fine di un’era legata all’estrazione del carbone e l’inizio di un futuro energetico basato sulla sostenibilità.

Preparativi meticolosi per un evento storico e sicuro

La demolizione è stata il risultato di mesi di lavoro accurato da parte dell’impresa di demolizione Hagedorn. L’operazione, inizialmente prevista per marzo, era stata rinviata di quattro settimane per motivi di sicurezza. In totale, sono stati impiegati 500 chilogrammi di esplosivo solo per far crollare la sala caldaie. In parallelo, la torre di raffreddamento non è stata fatta brillare a causa della presenza di amianto nella sua struttura portante: è stata invece abbattuta con un sistema meccanico basato su una fune d’acciaio spessa otto centimetri, tirata centimetro per centimetro da macchinari pesanti.

Per garantire l’incolumità dei cittadini, le autorità hanno istituito un’area di sicurezza con un raggio di 500 metri attorno alla centrale. Tra gli evacuati figuravano circa 130 residenti, tra cui la famiglia Grunden, che ha vissuto per anni all’ombra della centrale, e un rifugio per profughi che ospitava circa trecento persone. Anche una stazione di polizia è stata temporaneamente sgomberata. L’evento si è svolto sotto gli occhi del ministro dell’Ambiente del Nord Reno-Vestfalia, Oliver Krischer (Alleanza 90/I Verdi), e del sindaco di Ibbenbüren, Marc Schrameyer. Entrambi hanno assistito alla demolizione da un tendone allestito appositamente fuori dall’area interdetta.

Un simbolo del passato che lascia spazio al futuro

La centrale di Ibbenbüren è stata per oltre quarant’anni un punto di riferimento visivo e simbolico per il territorio. Situata sullo Schafberg, a 170 metri di altezza, era visibile da chilometri di distanza. La sua chiusura anticipata nel 2021 rientrava già nella più ampia strategia della Germania per la transizione energetica, che ha visto la progressiva dismissione delle centrali a carbone in favore di fonti rinnovabili. La demolizione della centrale rappresenta anche l’ultimo atto della lunga storia mineraria della zona, dopo che l’attività estrattiva era terminata già nel 2018.

Un nuovo inizio: energia pulita dal Mare del Nord

Al posto della vecchia centrale sorgerà ora un convertitore per l’energia eolica proveniente dal Mare del Nord. Un impianto moderno, pensato per raccogliere, trasformare e distribuire energia rinnovabile a basso impatto ambientale. Il progetto prevede inoltre il riutilizzo del 97% dei materiali derivanti dalla demolizione per realizzare le nuove fondamenta, a testimonianza di un approccio circolare e responsabile. Con questo passo, Ibbenbüren non rinuncia alla sua vocazione produttiva, ma la rinnova completamente: da cuore della produzione a carbone, a simbolo della nuova energia verde tedesca.

Riccardo Pallotta©

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