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Kastleruth, il borgo del Paradiso

Castelrotto ha un nome che deriva letteralmente dalla stessa parola latina. Il toponimo del borgo, infatti, appare per la prima volto nel X secolo come “Castellum Ruptum” che, letteralmente, significa Castello Rotto, contratto in Castelrotto.

Il territorio del borgo fa parte, quasi totalmente, del Parco Naturale dello Sciliar, e si tratta di una vera e propria opera d’arte architettonica e naturale. Molte delle facciate del borgo, infatti, sono state decorate da Eduard Burgauner, un pittore vissuto tra il 1873 e il 1913, proprio con lo scopo di trasformrare Castelrotto in un’opera d’arte. Cosa perfettamente riuscita anche a livello architettonico, visto che la combinazione tra Stile Liberty e tradizioni architettoniche barocche (come gli affreschi di Villa Felseck, la casa dei Burgauner) sono ricche di illustrazioni sulla natura e sul mondo che si muoveva intorno e nel borgo.

Il borgo ha anche un nucleo medievale che corrispondo alla Torre Edemberg di Casa Thurn-Edenberg, con decorazione sempre effettuate da Eduard Burgauner, ma in collaborazione con lo zio Johann Burgauner, vissuto tra il 1812 e il 1891. Una collaborazione artistica continuata anche per le decorazioni della Backerhaus. Per quanto riguarda il solo Eduard, invece, si è occupato dell’Albergo Zum Wolf, di casa e fineli Rauch, di casa Mendel e numerose altre strutture.

Le numerose altre località di interesse del luogo sono: Piazza Krausen; gli sorici albergi Goldenes Rossl e Zum Wolf, del ‘600; la Locanda della Torre, presente fin dal 1511 quando era sede del tribunale e numerose altre strutture storiche incorniciate in una natura montana e immacolata.

Infine, se volete guardare un po’ di storia che vada oltre l’architettura, la pittura e le arti, nel Museo del Costume sono presenti in esposizioni i costumi tirolesi classici usati nel borgo tanto tempo fa.

Domenico Attianese

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