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Il gioco nel mondo animale

Il gioco è un’attività che può fare bene a tutte le età ma è indispensabile soprattutto nel periodo dell’infanzia. Questo non vale solo per noi essere umani ma anche per gli animali ed è un comportamento molto studiato in Etologia. Infatti il gioco è una dinamica importante nella crescita dei cuccioli di moltissime specie perchè ha diverse funzionalità. In primis ha una funzione di apprendimento, poichè tramite esso i cuccioli imparano i comportamenti che serviranno loro da adulti, come la caccia  per i giovani Felini. Non meno importanti le funzionalità di allenamento, di scoperta dell’ambiente circostante e della consapevolezza di sè e, negli animali sociali, delle dinamiche del proprio gruppo. Ma non giocano solo i cuccioli: anche gli adulti lo fanno, principalmente con una funzione sociale e per reprimere lo stress, motivazione valida a tutte le età. Il gioco è un comportamento diffuso tra le specie più intelligenti perchè legato a processi cerebrali complessi e aiuta a svilupparne altri a sua volta.
Chi possiede un gatto sa bene che il gioco è un comportamento usuale, che sia il rincorrere un gomitolo, simulare la caccia con malcapitati topolini o la lotta con i propri simili. Anche i Leoni e le Tigri, così come i Canidi selvatici e domestici giocano allo stesso modo. Altri mammiferi “giocherelloni” sono i Cetacei: per alcuni biologi, come Vincent Janik, l’atto di seguire le scie delle navi per i delfini è un divertimento.
Ma anche in altre classi animali si è sviluppato questo comportamento: per il biologo Gordon Burghardt anche i Draghi di Komodo e alcune specie di tartarughe interagiscono ludicamente con diversi oggetti come fanno i cani. Tra gli Uccelli i Corvidi e i Pappagalli hanno maggiormente sviluppato questo comportamento, legato probabilmente alla capacità di provare piacere. Infine anche tra gli invertebrati c’è chi gioca: alcune specie di Polpo sembra siano in grado di interagire con oggetti o altri animali a fini ludici.

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Daniele Capello

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